Milano 24 Marzo – Con un emendamento del governo al disegno di legge sulla Corruzione, depositato in Commissione Giustizia alla Camera, le pene (minima e massima) per chi si rende colpevole di falso in bilancio saranno: reclusione da 3 a 8 anni in caso di società quotate in borsa; da uno a 5 anni negli altri casi.
Inasprite anche le sanzioni: si va da un minimo di 400 ad un massimo di 600 quote (finora 150-330) nel caso si manomettano le comunicazioni sociali di imprese in listino; da 200 a 400 quote per quelle non soggette all’andamento borsistico, invece dei 100-150 attuali.
Per i fatti di lieve entità viene, invece, prevista la reclusione da 6 mesi a 3 anni, valutati tenuto conto della natura e delle dimensioni della società e delle modalità o degli effetti della condotta, a meno che i fatti non costituiscano un più grave reato. Per le piccolissime realtà il delitto sarà procedibile soltanto “a querela della società, dei soci, dei creditori, o degli altri destinatari della comunicazione sociale”.
In tutti gli altri casi, sia che le imprese siano quotate o meno in borsa, il falso in bilancio sarà sempre perseguibile d’ufficio.
Nato a Roma, laureato in Giurisprudenza e Scienze Politiche,
ha ricoperto ruoli dirigenziali nella Pubblica Amministrazione.
Attualmente collabora con il Dipartimento Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Milano. E’ autore di numerosi articoli in tema di diritto alimentare su riviste di settore. Partecipa alla realizzazione di seminari e tavole rotonde nell’ambito del One Health Approach. E’ giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia.