Mentre l’aereo mi riportava in Italia da Doha, mi sono ritrovata a riflettere su quanto il viaggio avesse cambiato la mia prospettiva professionale sull’Intelligenza Artificiale.
Come avvocato che si occupa di diritto dell’innovazione, ho sempre guardato all’IA attraverso la lente della regolamentazione europea.
Ma il Qatar mi ha mostrato una visione diversa, dove tecnologia e diritti fondamentali non sono in conflitto, danzano in equilibrio.
Il Qatar sta emergendo come un laboratorio vivente ove tecnologia e diritti fondamentali coesistono.
Nel 2019, il Qatar ha intrapreso un percorso visionario, strutturando la propria strategia nazionale sull’IA attraverso sei pilastri fondamentali: educazione, accesso ai dati, occupazione, business, ricerca ed etica. Tale visione si è concretizzata ulteriormente con il recente accordo quinquennale siglato con Scale AI, che prevede lo sviluppo di oltre 50 applicazioni di intelligenza artificiale da implementare nei servizi pubblici. Un’iniziativa che rappresenta l’impegno concreto del paese nel trasformare le promesse in realtà tangibili.
Il Comitato per l’Intelligenza Artificiale, istituito nel 2021, ha dimostrato una notevole capacità di orchestrare la collaborazione tra settore pubblico e privato. Una sinergia che si manifesta in progetti innovativi come quelli esposti al Media Majlis Museum di Doha, dove l’ evento esposito che ho ammirato, dal titolo “AI or Nay? Artificial vs. Intelligent”, esplora il rapporto tra IA, creatività e comunicazione attraverso installazioni all’avanguardia.
La mostra, aperta fino al 15 maggio 2025, cattura l’essenza del dialogo tra IA, creatività e giornalismo, con un percorso coinvolgente di oltre venti opere d’arte, in cui installazioni multimediali, video suggestivi, esperienze interattive e creazioni digitali si fondono in un’esperienza sensoriale unica.
L’approccio qatariota all’IA si distingue per la sua concretezza. Sama 2.0, l’assistente virtuale di Qatar Airways, è un esempio di come l’IA possa migliorare l’esperienza dell’ utente mantenendo un equilibrio tra efficienza e privacy. Parallelamente, il paese sta implementando soluzioni di analisi predittiva e automazione nei servizi governativi, posizionandosi come competitor diretto di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti nel settore tecnologico.
Il modello Doha offre importanti riflessioni: il Qatar sta già sperimentando soluzioni concrete, dimostrando che l’innovazione tecnologica può procedere di pari passo con la tutela dei diritti fondamentali.
Da professionista del diritto trovo particolarmente significativo il modo in cui il Qatar stia bilanciando progresso tecnologico e protezione dei diritti individuali. Non si tratta semplicemente di implementare tecnologie avanzate, ma di creare un ecosistema dove l’IA diventi uno strumento al servizio del benessere collettivo.
Il futuro dell’IA non è solo una questione di algoritmi e normative, ma di come scegliamo di integrare la tecnologia nelle nostre vite. È questa la lezione preziosa che porto con me da Doha: la tecnologia più avanzata è quella che sa mettersi al servizio dell’uomo, non quella che cerca di sostituirlo.
Avv. Simona Maruccio

Giornalista pubblicista, opera da molti anni nel settore della compliance aziendale, del marketing e della comunicazione.