Le manifestazioni Pro Palestina ritornano con la loro visione surreale e distorta della realtà Ieri è partito da piazza Gerusalemme il primo corteo pro Palestina dopo l’estate e i presidi di agosto, a 11 mesi dall’attacco del 7 ottobre. Circa 200 persone hanno raggiunto piazza Castello, per chiedere “lo stop al genocidio a Gaza”. Come ogni sabato i giovani palestinesi hanno protestato insieme ad altre sigle, da potere al popolo a rifondazione comunista e cambiare rotta. Presente anche la casa delle donne di Milano. Tra i colori della bandiera palestinese spicca il bianco delle kefiah, indossate dai manifestanti. Tra questi anche diverse famiglie con bambini. “Qui siamo in una piazza, Gerusalemme, che ci ricorda che lottiamo per avere uno stato nostro con capitale Gerusalemme – ha affermato dal carro alla testa del corteo il presidente della comunità palestinesi Lombardia Khader Tamimi – Israele non rispetta i popoli, le tradizioni, non hanno nulla, né nome né cognome” ha continuato il presidente al microfono. “Vengono da 100 paesi diversi, non hanno nessuna cultura, non sono assolutamente omogenei. L’Occidente ha voluto costruire qualcosa che non ha nulla a che fare in quella zona e chiedono a noi di accettare Israele. Ma neanche per sogno” ha concluso. “Circa 330 giorni di continuo genocidio. Parlare di numeri non è corretto, nel rispetto delle vittime. Ogni numero è una vita che è stata stroncata” ha sottolineato dal carro Mohammad Hannoun, presidente dell’associazione palestinesi in Italia. “Ho sempre seguito con il cuore il messaggio di questo bellissimo corteo di cittadini liberi, antifascisti e pro Palestina. Per noi Gerusalemme è unica, sarà la capitale della Palestina” ha continuato Hannoun. Al saluto e all’invito a continuare proveniente da una signora affacciata dal quarto piano di un palazzo a piazza Gerusalemme, Hannoun ha risposto: “L’Italia è questa signora, il popolo italiano è solidale. I vigliacchi non li vogliamo”. In vista dell’anniversario del 7 ottobre, i due presidenti hanno invitato tutte le associazioni palestinesi in Italia ad unirsi in un unico corteo, il 5 ottobre a Roma. “Ci avvicinaimo al primo anniversario di questo genocidio. Invito pubblicamente tutti i rappresentanti delle varie associazioni all’unità. Per portare un corteo unico di tutte le realtà palestinesi in Italia il 5 ottobre a Roma”, ha sottolineato Hannoun. La protesta si è accesa quando il corteo è sfilato davanti la sede della Rai in corso Sempione: “Il 7 ottobre non è una ricorrenza, ora e sempre resistenza. Ricordate alla Rai chi sono i criminali, chi sono i terroristi e gli assassini” hanno urlato dal carro. I giornalisti delle principali reti e media italiani sono stati accusati di non dare spazio ai palestinesi ma solo alla posizione del governo israeliano.
Tamimi ha ricordato che “la Rai è stata fondata per costruire un futuro, invece abbiamo visto come è diventata e come si è trasformata. Sta portando la politica sbagliata, quella degli assassini. Abbiamo chiesto diverse volte di incontrarci come delegazione, non hanno voluto”. Rivolto verso la Rai, il presidente ha chiesto nuovamente un incontro, per dare la possibilità ai rappresentanti palestinesi di esprimere la propria posizione.
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845
Ecco la “visione surreale e distorta della realtà” in cifre :
– 340 giorni di Genocidio;
– più di 40000 persone massacrate tra cui 16000 bambini e 11000 donne;
– più di 10000 persone disperse;
– più di 95000 feriti;
– 172 giornalisti massacrati anche coi loro familiari;
– 885 medici / sanitari / soccorritori;
– più di 1700000 persone affette da infezione o problemi sanitari;
– 34 ospedali distrutti;
– luoghi di culto distrutti;
– è fatto conto che 60000 donne incinte siano a rischio di perdere gravidanza;
Oltre a quanto sopra, il 70% delle case è distrutto con le relative infrastrutture, pozzi dell’acqua impianti elettrici ecc.
Su Gaza sono già stati sganciati in 300 giorni 82.000 tonnellate di esplosivo (Su Nagasaki ed Hiroshima furono sganciate l’equivalente di 36000 tonnellate di tritolo).
La C.P.I. ha pronti i mandati di cattura per Netanyahu e Gallant per Crimini di Guerra ma le pressioni fanno sì che non siano spiccati.
La Corte Penale di Giustizia dice testualmente : “Per quanto riguarda la conclusione della Corte secondo cui la continua presenza di Israele nei Territori Palestinesi Occupati è illegale, la Corte ritiene che tale presenza costituisca un atto illecito che comporta la sua responsabilità internazionale. Si tratta di un atto illecito di carattere permanente, causato dalle violazioni da parte di Israele, attraverso le sue politiche e pratiche, del divieto di acquisizione di territorio con la forza e del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese. Di conseguenza, Israele ha l’obbligo di porre fine alla sua presenza nei Territori Palestinesi Occupati il più rapidamente possibile.”
Il 7 ottobre rappresenta solo un momento del percorso tragico dell’esistenza del Popolo palestinese che dal 1937, a partire dal massacro di Gerusalemme, è soggetto agli attacchi degli israeliani che si concludono in massacri della popolazione.
Le falsità propagate sul 7 ottobre da parte della disinformazione israeliana sono venute alla luce : non c’è stata alcuna decapitazione di bambini come non ci sono state violenze su donne israeliane che sarebbero rimaste incinte.
I piloti che guidavano i 28 elicotteri che il 7 ottobre spararono tutte le loro munizioni di bordo hanno ammesso di aver applicato la direttiva Hannibal che prevede di sparare indiscriminatamente su tutti, cioè sia sui militanti di Hamas che gli ostaggi.
Un testimone, salvatosi miracolosamente, ha confermato che vi erano spari all’impazzata da entrambe le parti e che gli ostaggi si ritrovarono in mezzo al tiro incrociato.
Noa Argamani ha smentito di aver avuto violenze durante la detenzione.
Le manifestazioni pro Palestina, tenutesi ogni sabato, sono giunte a 48 ed il numero dei partecipanti è stato vario dalle migliaia di persone alle centinaia durante il mese di agosto. Nell’ultima manifestazione è riduttivo indicare il numero a circa 200 perchè erano più del doppio.
E’ di questa mattina notizia di ulteriore massacro da parte dell’IDF nel campo “umanitario” di Al-Mawasi, Khan Younis – designato da Israele – che ha fatto più di 40 vittime.
Attendo il prossimo articolo.