Era l’ottobre 2020. Il prof. Carlo Gilardi entrava alla Airoldi e Muzzi all’età di 90 anni. Era l’inizio di una vicenda che avrebbe scosso il Paese, culminata purtroppo con la notizia della sua morte avvenuta all’alba di questa domenica, il 22 ottobre 2023.
Il Professor Gilardi, noto per il suo impegno nel campo dell’istruzione e la sua straordinaria generosità, ha trascorso gli ultimi tre anni in una realtà che avrebbe dovuto garantirgli assistenza e cura, ma che invece ha sollevato serie preoccupazioni riguardo alle condizioni di vita e al trattamento delle persone anziane in Italia.
Il calvario di Carlo Gilardi: perché era rinchiuso in una RSA
Nel corso del 2020, il Professor Carlo Gilardi si è ritrovato involontariamente confinato in una struttura di RSA. Questa inaspettata reclusione aveva le sue radici in una serie di avvenimenti che avevano attirato l’attenzione delle forze dell’ordine e sollevato domande sulla sua capacità di prendere decisioni in modo indipendente.
Le indagini condotte dai Carabinieri avevano rivelato uno scenario complesso. Si era scoperto che il Professor Gilardi era stato vittima di inganni da parte del suo badante e di un gruppo di individui che aveva accolto nella sua casa. Tra il 2015 e il 2019, aveva prestato considerevoli somme di denaro, pari a 634.000 euro, senza mai ricevere restituzioni.
Il suo badante, in particolare, aveva ricevuto più di 57.000 euro e successivamente patteggiato una condanna di un anno e otto mesi in un’udienza preliminare. Altri cinque individui erano stati portati a processo, accusati di circonvenzione di incapace, in quanto avevano ricevuto denaro da Gilardi sotto il pretesto di problemi familiari.
Questa serie di eventi aveva sollevato delle preoccupazioni sulla capacità di Carlo Gilardi di prendere decisioni autonome, portando le autorità a prendere misure drastiche per garantire la sua protezione. La sua reclusione in una RSA era stata considerata una misura di sicurezza per evitare ulteriori abusi e garantire la sua incolumità. Tuttavia, Gilardi, lucido di mente, aveva chiesto da subito di poter rientrare a casa sua, chiedendo persino l’intervento della trasmissione Le Iene.
Dal mese di dicembre 2020, i servizi de Le Iene si sono susseguiti senza sosta, insieme a denunce, lettere al Governo, inchieste, concluse con un nulla di fatto.
Gli ultimi drammatici giorni di Gilardi
Il Professore non mangiava da giorni, non parlava, non si muoveva. Aveva la pelle pallida, grigia e le sue urine erano rosso sangue.
A nulla sono servite le numerose segnalazioni e le preghiere alla sua amministrazione di sostegno, ultimamente in mano all’avvocato Elena Barra. A Carlo Gilardi bastava un trasferimento in un ospedale milanese per ricevere delle cure adeguate alle sue condizioni di salute. Invece, per tre anni, i responsabili della vicenda hanno chiuso gli occhi, lasciando che l’anziano professore si spegnesse da solo e nel dolore.
Il caso di Carlo Gilardi è ormai conosciuto in tutta Europa e ha scosso profondamente il nostro paese. La situazione è stata oggetto di polemiche e dibattiti che hanno evidenziato una dolorosa realtà: poteva essere evitata semplicemente rispettando il desiderio dell’anziano di tornare a casa o di ricevere le cure adeguate.
La vicenda ha suscitato indignazione e ha portato il caso fino alla Corte Europea dei Diritti Umani, dove i giudici hanno stabilito che l’Italia aveva violato i diritti di una persona anziana, poiché le autorità non avevano tenuto in debita considerazione i suoi desideri e preferenze. La storia di Carlo Gilardi è diventata un simbolo di come la dignità e la volontà delle persone anziane debbano essere rispettate, scuotendo la coscienza di tutto il continente.
Lo ricorderemo così
Il Professor Gilardi, che avrebbe festeggiato il suo 93º compleanno il prossimo 4 dicembre, era una figura rispettata nella comunità. Docente di matematica, aveva insegnato prima a Treviglio e poi al Parini di Lecco. Parlava cinque lingue ed era noto per il suo impegno nella beneficenza. Aveva donato un terreno al Comune di Airuno per la creazione di un parco pubblico e aveva ospitato un gruppo di migranti del Nord Africa nelle sue case, aiutandoli a integrarsi nella comunità. Uno di questi migranti era diventato il suo badante.
La vicenda del Professor Carlo Gilardi solleva importanti questioni sul sistema di assistenza sanitaria e sul trattamento delle persone anziane in Italia. È essenziale che le istituzioni vengano chiamate a rispondere per quanto è successo e che si adottino le necessarie misure per garantire che nessun anziano debba mai affrontare circostanze simili. La memoria del Professor Gilardi dovrebbe essere onorata attraverso un impegno per migliorare le condizioni e le risorse per coloro che hanno dato tanto alla nostra società e ora hanno bisogno di cure adeguate.