Anna ed Elvira non si conoscono. Sono sedute a un bar di periferia accanto, senza troppe formalità, perché oggi è giorno di mercato e il bar accoglie anche chi vuole solo riposarsi e non ha le possibilità di bere un caffè. Anna si scalda con un cappuccino bollente, Elvira piange con pudore, i grandi occhi azzurri abbassati, un nastro nei capelli arruffati. Anna memorizza la spesa da fare, Elvira stringe in mano una bolletta della luce. Anna accende una sigaretta perché è un momento di ordinaria quiete: il cuore non desta ulteriori preoccupazione, i risultati degli esami del sangue vanno bene…ma sì a 70 anni non ci si può lamentare. Elvira ha freddo, nonostante il pallido sole di settembre, quel freddo che è fatica di vivere, sensazione di non poter continuare così, nell’incertezza, appesa ogni giorno alla carità degli altri, masticando pensieri e preoccupazioni. E Anna ed Elvira intrecciano la loro vita in un racconto di esperienze e nostalgia, di verità e di vicinanza.
Elvira lavora, durante l’anno scolastico, alla mensa di una scuola, guadagnando 270 euro al mese, ma durante l’estate cerca di fare qualsiasi lavoro che le permetta di mangiare. Vive in una casa popolare, pagando ogni mese 50 euro. Il marito, disoccupato, ogni giorno si presenta all’Ortomercato per scaricare frutta e verdura “Ma scelgono sempre gli stessi, più giovani, spesso stranieri”
“A volte mi chiede – racconta Elvira – mi ami lo stesso? Mi ami anche se non riesco a guadagnare a sufficienza? E quando porta a casa 20 euro, vado al Discount e gli compro il sacchetto di brioches che costa un euro perché una brioche nel latte può essere una cena e perché la brioche inzuppata ci ricorda tanto la nostra infanzia felice. Mi hanno tagliato la luce perché non ho pagato la bolletta, da quattro giorni mangiamo pan cotto nel brodo di dado. Ancora sei giorni e poi riaprono le scuole.”
Anna ha una pensione dignitosa, vive in una casa Aler, ristrutturata nel tempo. A volte si concede anche il culatello e il salmone affumicato. La salute va e viene, ma la voglia di vivere, di partecipare alle cose del mondo è presente e l’aiuta, ogni giorno, a sentirsi meno sola, dopo la morte del marito.
Anna prende per mano Elvira e l’accompagna al mercato. Elvira sceglie l’essenziale, cercando di spendere il minimo, per non approfittare della generosità di Anna. “Un euro di mortadella. Un euro di Invernizzina (tanto si spalma sul pane e ne basta poca). Un euro di pane (non importa se è vecchio di un giorno, ma costa la metà). Un euro di biscotti (Guarda quanto è grande). Un euro di mele (di solito è la frutta che costa meno). Ma anche due etti di salame, un cestino di fichi, un grappolo di pomodori e un pollo arrosto, completa la spesa Anna.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano