160 mila cartelle poco chiare. E i Vigili non aiutano.

Fabrizio c'è Milano

Milano 30 Marzo -E’ possibile che che Equitalia e Comune di Milano si alleino contro gli automobilisti per non dare risposte ai cittadini e incassare così anche somme non dovute?
E’quello che ho chiesto Giovedì scorso attraverso una interrogazione scritta a Granelli. La vicenda è quella delle 160.000 cartelle Equitalia relative alle infrazioni stradali fino al 2004. Nelle missive ricevute nei giorni scorsi si propone un pagamento ridotto vantaggioso, ma non è possibile capire a quale esatta violazione si riferisce la cartella. Se si chiede a Equitalia ti rimandano ai Vigili Urbani. Ma anche i Vigili di Via Friuli, dopo le solite attese, non danno risposte.
Per questo ho chiesto quali sono le istruzioni che sono state impartite ai Vigili Urbani che stanno agli sportelli di Via Friuli. Perché non forniscono risposte scritte o atti? Infatti le risposte ambigue ed evasive di Equitalia e dei Vigili Urbani di Via Friuli non consentono ai cittadini di capire se le cartelle ricevute sono errate, già pagate, o riferite ad altre persone.

Voglio capire perché i Vigili non rispondono e se l’Amministrazione ha conservato la documentazione relativa alle sanzioni elevate fino al 2004.

Questo atteggiamento elusivo non è giustificabile anche se parte del gettito riscosso con l’operazione Equitalia finirà nelle casse comunali.

Senza i chiarimenti del Comune, al cittadino non rimane altra scelta che pagare una sanzione forse non dovuta, oppure attendere una futura cartella Equitalia di importo quadruplicato senza nemmeno poter fare ricorso.

Il Comune deve essere il primo a rispettare la legge e a tutelare i diritti dei cittadini e dei contribuenti. Pisapia e Granelli concepiscono gli automobilisti, anche quando corretti, come un bancomat da cui attingere. Questa prassi porterà solo a logorare il rapporto di fiducia tra Vigili, Comune e milanesi, e avrà come effetto pratico quello di mettere a repentaglio il gettito delle sanzioni causa ricorsi, contenzioso e denunce alla Corte dei Conti.

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Fabrizio De Pasquale 30