Milano 6 Gennaio – La bellezza delle cose esiste nella mente di chi le contempla
(David Hume)
C’era una volta una coccinella blu a pois d’argento. Mamma coccinella non riusciva a spiegarsi il perché e sgridava chiunque la prendesse in giro o la deridesse. La piccola coccinella blu e argento cercava di nascondersi tra le foglie secche, ma i raggi del sole facevano brillare come tanti piccoli diamanti i suoi pois argentati. Viveva con angoscia e vergogna la sua diversità e guardava con un po’ di invidia tutte le altre coccinelle che scorazzavano sulle foglie divertendosi un mondo, fiere di essere rosse a pois neri. Al mattino presto, mentre tutti dormivano, si faceva un bel bagno, di nascosto, nelle gocce di rugiada posate sui petali dei fiori ed era il momento più bello della giornata perché il sole sorrideva e la natura si svegliava piena di colori e di gioia. Poi tornava sotto le foglie secche ai piedi di un grande albero di fichi, a nascondersi. Ma in un mattino di primavera Lillo, un bambino con tanti riccioli rossi e un viso pieno di lentiggini, la vide e gridò ammirato: “Che bella! Una coccinella blu e argento!” La prese delicatamente e la posò su una foglia larga, in alto, dove le altre coccinelle non potevano salire. “Tu sarai la mia compagna di giochi, perché sei unica e speciale”, le disse. La coccinella blu e argento incominciò una nuova vita: poteva guardare dall’alto tutto quello che succedeva, ma, nonostante i privilegi, pensava spesso alla mamma con nostalgia e tristezza. Aveva fatto amicizia con un bruco bianco un po’ scorbutico, ma generoso e con un piccolo ragno che tesseva ragnatele quasi fossero pizzi preziosi, tra le foglie. I tre amici, alla sera, stavano svegli per ammirare la danza delle lucciole che disegnavano nel buio mille fantasmi di luce. Era sempre uno spettacolo nuovo e bellissimo. Ma un giorno ad una lucciola, Lele, si impigliò un’ala in una ragnatela. Tentò invano di liberarsi, senza peraltro riuscirci. Allora la coccinella blu e argento chiamò immediatamente il ragno e disse perentoria:” Devi distruggere la ragnatela perché la lucciola Lele possa di nuovo volare.” Il ragno rispose sdegnosamente: “ Io costruisco le ragnatele, non posso disfarle.” La coccinella blu e argento, vedendo la sofferenza di Lele, offrì alla lucciola il suo aiuto. E con dedizione e buona volontà, piano piano, riuscì a liberare l’ala dalle maglie della ragnatela. La lucciola ormai libera, dopo aver ringraziato con un bacio la coccinella, volò via. Ma ritornò il giorno dopo e il giorno dopo ancora per ammirare quella coccinella che brillava alla luce della luna. Si accorse di essere innamorata, ma sapeva bene che le lucciole si sposano tra di loro e che mai avrebbe avuto il consenso per sposare una coccinella. Eppure quella coccinella era buona e bella, davvero una coccinella speciale. Se solo le altre lucciole l’avessero vista una volta, avrebbero capito il suo amore…. E fu così che con l’aiuto del bruco la coccinella si pose tra le due ali della lucciola Lele per raggiungere il suo magico regno. Le altre lucciole, dopo un primo momento di esitazione, le dimostrarono la loro simpatia con mille giochi di luce, felici di assistere ad un matrimonio unico nella loro storia. Per la cerimonia furono invitate anche le coccinelle che, con l’aiuto di Lillo, si posizionarono sulle foglie di una grande siepe, in attesa del più grande spettacolo di luce che le lucciole avessero mai creato. La luna, in quella notte di grande festa, con pudore e discrezione rimase a guardare all’orizzonte.
Tratta da “C’era una volta…la fiaba dei nonni” di Nene Ferrandi
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano