Milano continua a macinare record di presenze turistiche: nei primi sei mesi del 2025, oltre 4,5 milioni di arrivi, con un incremento del 5% rispetto allo scorso anno. Aprile e maggio, complici eventi come il Salone del Mobile, hanno registrato punte impressionanti, superando in alcuni casi il milione di ingressi mensili. Numeri che fanno sorridere chi legge il turismo come una pioggia di opportunità economiche. Ma la domanda vera è: a quale prezzo per la città e i suoi abitanti?
La giunta Sala ha trasformato Milano in una Disneyland per visitatori mordi e fuggi, inseguendo l’illusione che quantità significhi benessere. Ma sotto la superficie dei dati scintillanti si celano problemi concreti che ogni giorno i milanesi pagano sulla propria pelle: costi abitativi fuori controllo, quartieri svuotati dalla residenzialità e convertiti in dormitori temporanei per Airbnb, servizi pubblici sotto pressione e decoro urbano compromesso.
L’ultimo capitolo riguarda i famigerati lockbox, le cassette portachiavi attaccate a pali e cancellate, che sono diventate il simbolo del turismo senza regole. La giunta corre ai ripari annunciando divieti e sanzioni, ma lo fa dopo anni di totale inerzia, mentre la città è stata invasa da micro-ricettività incontrollata. Ora si scopre che questi dispositivi non solo rovinano l’arredo urbano, ma possono essere usati per attività illecite. E nel frattempo, i residenti vedono i propri palazzi trasformarsi in alberghi diffusi, con tutte le conseguenze in termini di sicurezza e vivibilità.
E mentre i milanesi fanno i conti con affitti insostenibili e trasporti sempre più cari, la risposta del Comune è proporre una “rimodulazione” delle tariffe Atm e invocare l’aumento della tassa di soggiorno. Tradotto: spremere i turisti, ma anche i cittadini, senza un vero piano per governare il fenomeno.
Questa non è strategia, è rincorsa. Milano non è nata per essere un parco a tema da vendere a trentenni e quarantenni in cerca di un weekend instagrammabile. Se il turismo è diventato il pilastro dell’economia cittadina, allora serve una visione che metta al centro la qualità, la sostenibilità e i diritti di chi a Milano ci vive ogni giorno.
Oggi i conti della Disneyland di Sala li pagano i milanesi. Domani, se non si cambia rotta, il conto sarà ancora più salato.

Giornalista pubblicista, opera da molti anni nel settore della compliance aziendale, del marketing e della comunicazione.
Purtroppo il turismo ha solo come aspetto positivo solo i soldi. Sporcizia, maleducazione, casino notturno, mobilità selvaggia su mongopattini e biciclette elettriche, troppo liberi di fare quello che vogliono perché non c’è nessun controllo su regole che non rispettano, sono il lato B di un disco che sta iniziando a stufare e stancare i cittadini. Siamo al limite dell’eccesso di turisti e il comune deve iniziare a calmierare le presenze e non pensare a fare solo cassa selvaggia fregandosene dei cittadini che ci abitano. Diversamente, ben vengano la delinquenza e i furti ai loro danni, così il turismo può essere regolamentato sul passaparola negativo.