Sala accusa i tagli del governo, ma dimentica i suoi: periferie ignorate e bilancio sbilanciato
Il sindaco Beppe Sala rilancia la sfida per le prossime amministrative con un «vinciamo ancora» che sa più di auto-convincimento che di reale entusiasmo cittadino. Alla festa dell’Unità del Municipio 1, Sala ha attaccato il centrodestra e il governo Meloni, accusandoli di disinteresse verso Milano e di tagli che, a suo dire, penalizzerebbero il capoluogo lombardo per oltre 150 milioni di euro fino al 2029.
Un attacco che, però, sembra dimenticare qualche dettaglio non trascurabile. A partire dal fatto che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è venuta a Milano più volte di quanto lo stesso Sala abbia fatto nelle periferie della sua città. E se parliamo di tagli, forse conviene guardare prima in casa propria: i quartieri più fragili della metropoli — da Quarto Oggiaro a Corvetto, da Giambellino a via Padova — attendono da anni risposte concrete in termini di servizi, manutenzioni, politiche per la casa e rigenerazione urbana. Altro che spending review governativa.
La segretaria lombarda del PD, Silvia Roggiani, parla di “una cifra monstre” a danno di Milano. Ma quanti milioni sono stati sottratti alle periferie milanesi proprio da Palazzo Marino? Quanto è stato bruciato in eventi culturali autoreferenziali, festival con pubblico selezionato e installazioni effimere? E soprattutto, quanti soldi sono andati persi a causa degli oneri di urbanizzazione mai riscossi, lasciando spazio a operazioni immobiliari opache e a uno sviluppo disordinato della città?
Il segretario cittadino dem, Alessandro Capelli, arriva a dire che la destra è “ossessionata da Milano” e che Meloni “scappa dalla città”. Ma forse è più corretto dire che Sala e il centrosinistra hanno smesso da tempo di ascoltarla davvero. Soprattutto là dove il consenso non è blindato: nelle periferie, tra i giovani senza casa e i commercianti strangolati da burocrazia e sicurezza precaria.
Infine, mentre il sindaco accenna ai temi della campagna 2027 — mobilità, urbanistica, casa — senza proporre nulla di nuovo, lascia intendere che anche il centrosinistra, alla fine, cercherà un “civico moderato”. Come dire: ancora una volta, più immagine che contenuto. Ma Milano merita di meglio: amministratori che smettano di dare la colpa agli altri e inizino ad assumersi le proprie responsabilità. Anche — e soprattutto — nei bilanci.

Giornalista pubblicista, opera da molti anni nel settore della compliance aziendale, del marketing e della comunicazione.
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