La forza del destino, l’opera di Verdi protagonista oggi della Prima della Scala

Cultura e spettacolo

Toccherà a La forza del destino di Giuseppe Verdi animare la Prima della Scala di Milano che, come da tradizione, si tiene il 7 dicembre 2024. L’opera, un melodramma in quattro atti su musica di Verdi e libretto di Francesco Maria Piave, inaugurerà dunque la stagione 2024/2025 del prestigioso teatro d’opera meneghino: della durata di 3 ore e 47 minuti (intervalli inclusi), con la direzione di Riccardo Chailly e la regia di Leo Muscato, in una nuova produzione firmata della Scala con la sua orchesta e il suo coro, rimarrà in cartellone fino al 2 gennaio 2025.

Ormai al suo nono titolo verdiano, Chailly torna sul palcoscenico più importante di Milano con un’opera drammaturgicamente complessa, nata nel 1862 a San Pietroburgo e approdata in versione definitiva alla Scala nel 1869 (quando Verdi stesso vi aggiunse la celebre sinfonia e fece cambiare anche il finale). Ma alla Scala manca dal 2001: in occasione del centenario di Verdi, furono tuttavia i complessi del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo a portarla in scena, quindi Orchestra e Coro scaligeri non la eseguono dal 1999. Dopo 25 anni, dunque, un ritorno in grande stile.

La trama de La forza del destino

La storia de La forza del destino è l’adattamento di un’opera teatrale spagnola, Don Alvaro o La fuerza del sino, scritta nel 1835 da Ángel de Saavedra y Ramírez de Baquedano, meglio noto come Duca di Rivas (e infatti, prima di assumere la sua versione definitiva milanese, l’opera verdiana arrivò per la prima volta a Roma nel 1863 col titolo Don Alvaro). Proprio in Spagna inizia la vicenda: nel primo atto due innamorati – donna Leonora di Vargas (soprano), figlia del marchese di Calatrava, e don Alvaro (tenore), un indio discendente dalla famiglia reale Inca – meditano la fuga per coronare il sogno di sposarsi, ma l’arrivo del marchese (basso) sembra sventare i loro piani, anche se il giovane, dichiarandosi colpevole e buttando a terra una pistola, uccide accidentalmente l’uomo. I due fuggono nella notte.

Il secondo atto è ambientato diciotto mesi dopo: don Carlo (baritono), fratello di Leonora, è alla ricerca dei due amanti per vendicarsi. Giunge così in una taverna a Hornanchuelos, affollata di vari personaggi tra cui la zingara Preziosilla (mezzosoprano) e la stessa Leonora travestita da uomo: dalle parole di lui la ragazza scopre che il padre è ancora vivo e, dopo essersi recata al Monastero della Vergine degli Angeli, svela la propria identità e chiede perdono al padre guardiano (basso), confermando poi la decisione di vivere come un’eremita in una grotta.

Nel terzo atto la vicenda si sposta, qualche anno dopo, a Velletri, in Italia: mentre infuria la guerra tra spagnoli e imperiali, don Alvaro, a capo dei granatieri iberici, canta le sue sventure e spera di morire in campo, affidandosi alla misericordia di Leonora che crede morta; assiste però un soldato ferito, che altri non è che don Carlo, il quale a sua volta lo assiste il giorno dopo un terribile ferimento. Alvaro gli affida un plico sigillato da bruciare dopo la sua morte, ma Carlo mosso da curiosità lo apre scoprendo che contiene un ritratto della sorella. Lo sfida a duello, quindi, ma i due vengono interrotti e Alvaro si rifugia in un monastero.

Passano più di cinque anni e, nel quarto atto, al Monastero degli Angeli lo sgarbato frate Melitone (baritono) sostituisce padre Raffaele, il nome scelto da don Alvaro una volta fattosi frate. Lo stesso Raffaele è convocato da don Carlo, il quale ha scoperto dove si nasconde e lo vuole sfidare nuovamente a duello: inizialmente Alvaro rifiuta ma alla fine è pronto ad affrontare il proprio destino. Nel mentre nella sua grotta Leonora si dichiara ancora innamorata di don Alvaro e poco dopo sente un trambusto: è il suo amato che cerca un confessore, avendo ferito a morte don Carlo; la donna si precipita ma viene pugnalata dal fratello ancora acciecato dalla sete di vendetta. Leonora spira tra le braccia di don Alvaro, augurandosi di ritrovarlo in cielo, mentre lui, rimasto solo sulla Terra, maledice nuovamente il suo destino (nella prima versione dell’opera, invece, si suicidava a sua volta gettandosi da una rupe).

Gli interpreti de La forza del destino alla Scala

A dirigere appunto La forza del destino alla Prima scaligera è Riccardo Chailly, per uno spettacolo diretto da Leo Muscato con le scene di Federica Parolini e i costumi di Silvia Aymonino. Le luci sono affidate invece ad Alessandro Verazzi così come la coreografie a Michela Lucenti.

Per quanto riguarda i talentuosi interpreti il ruolo del marchese di Calatrava tocca a Fabrizio Beggi, mentre il 7 a interpretare donna Leonora sarà Anna Netrebko, don Carlo sarà Ludovic Tézier e don Alvaro invece Brian Jagde (i tre saranno sostituiti solo nelle repliche del 28 dicembre e 2 gennaio da Elena Stikhina, Amartuvshin Enkhbat e Luciano Ganci). Vasilisa Berzhanskaya sarà Preziosilla, Alexander Vinogradov invece si calerà nei panni del Padre guardiano (sostituito il 28 e il 2 da Simon Lim), Marco Filippo Romano avrà poi la parte di Fra Melitone. Negli altri ruoli ci sono Marcela Rahal (Curra), Huanhong Li (un alcalde), Carlo Bosi (Mastro Trabuco) e Xhieldo Hyseni (un chirurgo).

La forza del destino porta sfortuna?

Come spesso accade per le opere liriche, anche La forza del destino è ammantata di leggende e, a volte, di vere e proprie superstizioni. Nonostante il grande successo riscosso nei decenni, quest’opera in particolare è considerata portatrice di sciagura, tanto che alcuni non osano pronunciarne il titolo, ricorrendo a perifrasi come La potenza del fato o addirittura appellandola L’Innominabile. Ad accendere la nome, pare fosse stato un verso pronunciato da Alvaro nel recitativo prima dell’aria O tu che in seno agli angeli, che in origine recitava Fallì l’impresa“ma che fu poi rivisto in “Fu vana impresa”, perché in ambito teatrale anche solo far riferimento al fallimento era considerata un’azione porta-sfortuna.

Nel corso degli anni sono numerosi gli incidenti veri o presunti registrati sul palco delle rappresentazioni dell’opera (barbe che cadono, amnesie degli interpreti, malattie e malori, cadute e – peggio ancora – stecche), e c’è chi dice che in concomitanza di veri e propri cataclismi in scena ci fosse proprio La forza del destino (come il 1° settembre 1939 al Teatro Wielki di Varsavia mentre i nazisti occupavano la Polonia o l’11 marzo 2011 al Teatro Bunka Kaikan di Tokyo, poco prima del terremoto di Sendai). Spesso, nel mondo del teatro, queste mitiche iatture sono alimentate anche per amplificare l’aura di un’opera, ma anche se esistono gli scettici, ci sono sicuramente cantanti, orchestrali e persino spettatori che, prima di recarsi in teatro, ritualmente fanno gli scongiuri o si portano appresso amuleti portafortuna.

Come seguire La forza del destino in diretta

I biglietti per la Prima della Scala il 7 dicembre 2024 sono ovviamente già sold out da tempo ma se non siete tra quei pochi fortunati c’è la possibilità di seguire in diretta La forza del destino anche in altre modalità: l’opera sarà trasmessa dal vivo in tv su Rai 1, in radio su Rai Radio 3 e in streaming su Rai Play dalle ore 17.45 proprio del 7 dicembre (sulla piattaforma streaming la replica dello spettacolo sarà poi disponibile anche per i 15 giorni successivi). Non finisce qui, perché la stessa Prima sarà trasmessa anche in molte sale cinematografiche (comprese quelle del circuito Uci Cinemas) e anche, con biglietto gratuito, al Teatro Grande di Brescia, al Teatro Sociale di Sondrio e alla Società Mutualistica di Mulazzano, in provincia di Lodi.

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