«Salvini era consapevole della illegittimità dei suoi atti». E ancora: «Quelle sue inedite posizioni diedero luogo a un vero e proprio caos istituzionale: la strategia perseguita fu quella di piegare le norme alla politica dei porti chiusi»
«Non si può invocare la difesa dei confini senza tenere conto della tutela della vita umana in mare», dice la dottoressa Sabella. «L’innalzamento dei confini serve solo a non vedere».
In un paese civile queste parole risuonerebbero in Parlamento, in bocca a Parlamentari eletti dai cittadini. In Italia sono risuonate ieri in un’aula di giustizia pronunciate da funzionari statali che hanno il potere di libertà e prigionia contro un rappresentante del Governo. E questo è, francamente, al di fuori dello Stato. Quanto e decisamente più di quanto successo con la Open Arms.
Guardate, altri e migliori di me hanno scritto del perché questo sia un processo politico. Io, personalmente, ho sempre pensato che quei giorni non siano stati un gioiello della corona nella storia bimillenaria del Diritto Italiano. Qui, però, siamo ben oltre. Fermiamoci tutti un istante, se volete. L’intera requisitoria si basa sull’idea che la Libia non abbia porti sicuri. Il che è ridicolo. Si basa sull’idea che MALTA non abbia porti sicuri. Si basa, soprattutto, su un’idea disneyana di sicurezza per cui quella nave, invece di girarsi e andare a Malta o tornare in Libia, poteva trovare ristoro solo e soltanto in Italia.
Questa è una posizione politica. Peraltro il sequestro di persone, sempre vi fosse, non lo poteva commettere un Ministro che impediva a qualcuno di entrare. Il sequestro di persona si ha quando qualcuno non può andarsene. E le persone a bordo della Open Arms, effettivamente, non potevano andarsene. Perché il Capitano (non Salvini) non li stava portando altrove. Quindi se sequestro vi fu, perché nessuno parla di concorso di colpa?
Perché questo processo è politico. Lo si vede da un interessante dettaglio. In quel momento vi era una evidente emergenza sbarchi. Ora, sappiamo tutti che in emergenza si può chiudere la gente in casa senza nulla rischiare. Ce lo ha detto la magistratura italiana (e prima ce lo dicevano venticinque secoli di diritto). In che modo questa situazione sarebbe diversa? Vi lascio con questa riflessione, decisamente inquietante per ogni tendenza e colore politico. Tranne forse quello delle toghe.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,