A causa della peste suina africana, alcuni comuni vicino Milano sono stati posti sotto sorveglianza. Nuovi focolai infatti sono stati scoperti in queste zone.
Alcuni Comuni a sud di Milano sono stati posti in “zona di sorveglianza” per la peste suina africana. La decisione è arrivata dall’Ats Milano, Agenzie di Tutela della Salute, dopo la scoperta di due nuovi focolai nel Pavese.
Quali comuni vicino Milano sono sotto sorveglianza per la peste suina africana
Le zone controllate si trovano al confine con la Città metropolitana di Milano, a Torrevecchia Pia e a Santa Cristina e Bissone.
Si tratta dei Comuni di Melegnano, San Giuliano Milanese, Locate Triulzi, Pieve Emanuele, Basiglio, Carpiano, Casarile, Cerro al Lambro, Lacchiarella, Locate Triulzi, Opera, San Zenone al Lambro e Vizzolo Predabissi.
Restrizioni a Milano per la peste suina africana: cosa comportano
Le zone sono state divise a seconda dei gradi di penetrazione in esse da parte della peste suina africana.
Nella zona con le restrizioni più elevate (Carpiano, Cerro al Lambro, Melegnano, San Colombano al Lambro e San Zenone al Lambro), diverse attività devono essere avallate dai rispettivi sindaci, che si tratti di trekking, passeggiate, biking, pesca amatoriale e sportiva, ricerca dei funghi, pic nic e altro ancora.
La decisione di istituire delle zone di sorveglianza arriva due giorni dopo – era il 20 agosto – alla scoperta di un nuovo caso di peste suina anche in Piemonte, in un allevamento di maiali nel Novarese.
Situazione in peggioramento, parla il commissario
La situazione è in evoluzione, i focolai aumentano e, anche per questo, si è reso necessario un intervento.
Se ne era discusso anche in un vertice a Milano nella sede di Regione Lombardia dal neo commissario per la lotta alla peste suina africana, Giovanni Filippini, arrivato venti giorni dopo un primo, tenutosi il primo agosto.
“La situazione sta peggiorando. Sono state valutate le misure e i provvedimenti da applicare nelle zone di restrizione, in particolare quelle di sorveglianza e di protezione al fine di ridurre la potenziale circolazione del virus negli allevamenti e nei territori infetti”, ha detto.
Peste suina africana: il settore agricolo rischia il collasso
Più duro è stato l’intervento dell’assessore regionale all’agricoltura, Alessandro Beduschi. “Dobbiamo accertare come sia potuto accadere quanto stiamo vivendo in Lombardia. L’ingresso del virus negli allevamenti, tra i suini domestici, non accadeva dall’anno scorso”, ha detto prima di passare all’attacco.
“Qualcuno, per negligenza o sottovalutazione, ha portato questa malattia dall’esterno all’interno degli allevamenti”, commenta Beduschi che precisa pure come tutti gli allevamenti siano ora dotati di archi di disinfezione e di calzari sovrascarpe da indossare sempre.
Il punto però è che queste prescrizioni non vengono rispettate, secondo l’assessore, che invita gli allevatori ad attenersi scrupolosamente alle indicazioni. “Abbiamo già danni per decine di milioni di euro. Ora, se si interrompesse l’esportazione soprattutto dei salumi, si determinerebbe un danno di 30 miliardi di euro: finirebbe in ginocchio tutto il settore agricolo”.
Peste suina africana: cos’è, sintomi e chi riguarda
La peste suina africana è una malattia virale dei suidi (suini e cinghiali) causata da un virus della famiglia Asfaviridae, genere Asfivirus: porta di solito alla morte degli animali in 10 giorni e non esistono vaccini. Gli esseri umani non sono sensibili alla malattia.
I sintomi includono febbre, perdita di appetito, debolezza, aborti spontanei, emorragie interne. L’infezione può avvenire per contatto diretto con animali infetti, per ingestione di carni o prodotti a base di carne di animali infetti o per contatto indiretto.
La malattia è endemica nell’Africa sub-sahariana ma da qui si è diffusa in Unione europea. In Italia è presente dal 1978 nella Regione Sardegna.
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845