Filippi

Regionali: ci vediamo a Filippi

Lombardia

Toti non è Giulio Cesare e nessuno nel centrodestra lo ha pugnalato, ma le sue dimissioni riecheggiano quel “Ci vediamo a Filippi” che sarebbe stato pronunciato secondo la tradizione prima della morte del grande condottiero. A Filippi Bruto verrà sconfitto definitivamente. Ecco, se guardiamo le date del calendario elettorale c’è un fondato timore che le prossime regionali possano finire 3 a 0. Per il centrosinistra. Facciamo un piccolo riassunto.

Si vota in Emilia Romagna, dove schieriamo una bravissima persona, una dirigente scolastica cattolica, Elena Ugolini. Certo, rispetto all’ultima sfida loro non hanno le Sardine e noi non abbiamo un Salvini in post Papeete. Il che è un grosso passo avanti per la coalizione di centrodestra. Ma la sensazione, che spero i fatti si incarichino di smentire, è la stessa che trasmette quella foto iconica dell’uomo in Piazza Tienanmen che prova a fermare una colonna di carri armati col suo corpo. Coraggiosa decisione che resterà nella storia. Una storia in cui chi guida il carro armato continua a vincere. Poi per carità, non intendo dire che il PD sia come il Partito Comunista Cinese. Ma di sicuro non credo che perderanno notti di sonno sul risultato.

Si va alle elezioni anche in Umbria, dove ci sarà una corsa (almeno) a tre con anche il sindaco di Terni Bandecchi. Che, non avendo un secondo turno su cui contare, magari non vincerà, ma sicuramente non farà bene al centrodestra. Un centrodestra a trazione leghista in una regione del centro, peraltro. Con una candidata preparata, qualificata e certamente bravissima. Che, però, ecco, non è precisamente irresistibile. Donatella Tesei fu eletta sull’ondata verde del 2019. speriamo sappia crearsi la sua onda personale, perché qui le previsioni danno bonaccia.

In Liguria… Guardate, mettiamola così, a me è venuto un brivido gelido quando ho letto su Repubblica che si cercava un candidato civico dopo il rifiuto di Rixi. A Milano sappiamo tutti cosa significhi cercare un candidato civico, cioè che non conosce nessuno, a tre mesi dal voto. Ci sarebbe, volendo, il senatore Berrino di Fratelli d’Italia, soprattutto se davvero la corsa in Emilia Romagna dovesse toccare alla Ugolini. Ma immagino che il problema sia lo stesso di Rixi: correre contro Orlando, PD, con tre mesi di tempo e il rischio di finire sotto una valanga.

Insomma, in una situazione di partenza di 2 a 1 per il centrodestra, si rischia, a voler essere ottimisti, di finire 2 a 1 per il centrosinistra. 3 a 0 lo scenario da incubo che illustra Repubblica e che, purtroppo, non è per nulla ipotetico. Che fare, dunque?

La regione chiave in questo scenario è la Liguria. C’è, volendo, una possibilità di uscirne: il mondo Totiano ha molti amministratori locali e loro parenti da schierare. Se si riuscisse a far leva su quella versione del civismo, ovvero una versione coordinata e comunque latamente politica, magari attorno a uno Scajola (padre, figlio, parente acquisito o collaterale discendente) forse potremmo giocarcela. Ma soprattutto dobbiamo avere il coraggio di fare quello che finora abbiamo evitato accuratamente: scendere in campo e denunciare con forza lo scandalo di questa inchiesta. Che insulta venticinque secoli di civiltà giuridica.

E la prima a farlo deve essere la Premier. Che, convenientemente, è anche quella che rischia politicamente di più da questo scenario. Pensateci: se finisce 3-0 per la sinistra la sua immagine ne uscirà appannata. Ma, prendiamo il caso al limite del miracoloso, e qui citato a mero scopo didattico, in cui la storia si ribalti e una coraggiosa Dirigente Scolastica sconfigga i carri armati in Piazza Tienanmen e in Liguria un cavaliere bianco salvi la coalizione, finendo quindi 3-0 sì, ma per il centrodestra, lei cosa otterrebbe? Nulla. Dopo lo smacco sardo si ritroverebbe con un pugno di mosche e tre Regioni in corsa nel 2025 (Toscana-Campania-Puglia) in cui non vinceremo mai.

Insomma, delle due l’una, o Giorgia ci mette faccia e almeno un candidato o si dovrà mettere l’elmetto. Contando che la prossima finanziaria sarà DAVVERO lacrime e sangue… Non ci sono davanti mesi facili per il centrodestra. Ma sembrano quasi una vacanza se paragonati a quelli della propria leader.

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