Si sa da tempo che lo sguardo di Sala va oltre i grattacieli e che questo secondo mandato è stato considerato un trampolino di lancio verso una responsabilità di politica nazionale. E così dopo aver creato un’immagine mito per essere rieletto dagli amici finanzieri, non ha disdegnato i centri sociali, anarchici annessi. La furbata gli è servita, ma la sua amministrazione di carta è crollata, per chi vuol capire, davanti alle enormi criticità della città. Ma Sala, con una scrollatina di spalle, spesso sferzante nelle risposte, abituato ad imporre senza dialogo, ancora finge che gli innumerevoli tavoli aperti che discutono senza una fine, possano mantenere un fascino presso la gente che, ad esempio, non vede ancora la conclusione per San Siro. E nel suo fare è palese che di Milano gli interessi ben poco, a volte perché ne ignora la Storia, a volte perché non conosce l’umanità del milanese.
Finalmente ha confessato la sua ideale proiezione personale per una politica nazionale, quasi che la bomba della criminalità e delle numerose inchieste su abusi edilizi fossero noccioline, al di là delle sue competenze di governatore di Milano.
Giuseppe Sala in un’intervista rilasciata a Fanpage, commentando la sua affermazione circa la necessità di allargare il centrosinistra al centro, individuando un candidato unitario non necessariamente espressione del Partito democratico e non necessariamente utilizzando lo strumento delle primarie. “Renzi e Calenda – ha ricordato Sala – alle Europee non sono andati splendidamente, ma a Milano insieme hanno preso il 20 per cento. Qui di solito le elezioni si vincono 51 a 49, 52 a 48. Ma questo non vuol dire che la città è spaccata in due. Vuol dire che che se non conquisti il centro non vinci. Per questo io dico: occhio a parlare di primarie di coalizione per forza, dove il Pd può presentare il suo candidato vince a mani basse” e riferendosi alla segretaria del Pd Elly Schlein ha sottolineato che “credo che sia consapevole che serve uno sguardo verso una fascia moderata, da alcuni punti di vista conservatrice, che però può tranquillamente votare una coalizione di centrosinistra perché non vuole votare chi ha nostalgie fasciste, o la Lega”.
Rispondendo all’osservazione che “una coalizione del genere avrebbe bisogno di un federatore”, posizione per la quale “a volte, nei retroscena politici, compare anche il suo nome”, Sala ha replicato di non volere “né sminuirmi, né fare il falso modesto, ma cerco di essere realista: io finisco di fare il sindaco a 69 anni e dalla vita ho già ottenuto molto più di quanto potessi aspettare. Posso solo essere generoso verso il mio Paese e verso la causa politica nella quale mi identifico… quindi certamente vorrei provare a fare qualcosa che mi permetta ancora di combattere per portare l’Italia, e non solo a Milano, a essere governato da un centrosinistra progressista che non guarda con nostalgia al passato, ma che guarda all’innovazione che si può fare” quindi “sono più che disponibile a essere uno che si dà da fare, che si prende i suoi rischi e che partecipi nella creazione del nuovo centrosinistra. Che possa esserne io il federatore mi sembra francamente troppo”.
Le affermazioni basate esclusivamente sulla capacità di sommare mondi e personaggi lontani nelle idee, parlano da sole.
E gli attuali problemi di Milano?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Sala è solo un arrivista arrogante. Le periferie sono allo sbando basta vedere il municipio 5 dove in via missglia non è possibile camminare sul marciapiede principale in quanto i rami delle siepi l’ho riemponi. Corso Como un disastro a livello di sicurezza sopratutto nel week end, gente che si picchia ubriachi, coltelli che girano ecc… Per poi non parlare di covetto dove ci sono bande di marocchini che si scontrano con altre etnie a colpi di coltello. Se poi parliamo delle metropolitane di Milano dove scorazzano indirstubati i borseggiatori. Toglie parcheggi, vuole bloccare le macchine e continua in superfice a togliere corse dei mezzi pubblici. La sua giunta fà danni da 15 anni, perchè i personaggi c’erano anche con Pisapia poi due mandati di un sindaco arrogante e narcisista. L’ultimo vero sindaco a Milano è stato Albertini che lavorava per Milano.