Una storia: “Ma questo non è il mondo per il quale ho combattuto”

Le storie di Nene Milano

Aspettava. Come si fa con il sole, la luna, il tempo. E non c’era alcuna fretta in quell’attesa. C’era la consapevolezza dell’inerzia, la lentezza di una vita ormai senza un perché. Il racconto delle ore registra abitudine, povertà, rimpianto di ciò che poteva essere ma non è stato. E…sì quella voce continuava a cantare in sordina “i piccoli malanni sempre più numerosi, /più dolorosi col passar degli anni, /la lotta vuota e vana, patetico tentare di rimandare un poco la vecchiaia… / E poi ti trovi vecchio e ancor non hai capito”. Era Guccini e quel raccontare lento e continuo, quasi che il fremito delle lotte partigiane, una donna generosa e la testimonianza di una fede, non valessero niente.

Aspettava in una Milano violenta.. E non capiva davvero le tante donne violate. Stuprate, derise. Una al giorno. Ovunque. E quella fame continua di droga, la voglia malsana dell’offesa, senza età, senza un luogo designato. Stringeva gli ultimi anni per vedere una fine a quell’orrore, ma le vittime spesso morivano, dopo ore di agonia feroce. A che cosa era servito combattere per l’affermazione dei diritti primari, del rispetto?

Aspettava ancora in un’atmosfera senza pace, in una casa grigia di nullità, il vestito senza età, il pallore della rassegnazione. Con una vita qualunque, a volte da protagonista, per dire che Dio non è un gioco, che l’uomo può diventare una bestia, che le persone dei barconi non possono girovagare  con un coltello, non possono esigere diritti che non hanno meritato, non possono neutralizzarci.

E ora ascolta. Perché la vita è contraddittoria, la verità a due facce è incomprensibile. E il tempo è un mulinello che macina ingiustizie, realtà virtuali, assurdità. E sono reali. In sordina rimpiange la fatica, l’abitudine, il lampo della speranza in una vita ancora normale. Allora: “ Ipocrisie leggere, rabbie da poco prezzo, / risposte argute date sempre tardi, / saluti caldi d’ ansia, di noia o di disprezzo…Consolati pensando che inizia e già è finita / questa che tutti i giorni è la tua vita.” (Guccini)

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