Riassumendo l’evento storico del Festival di Sanremo: c’è un pre-festival, un dopofestival e un festival intermedio con una dose massiccia di pubblicità (ci sono anche le Poltrone Sofà...). Immesse le 14 canzoni e relativi cantanti, alla presenza, quest’anno di Mattarella accolto con applausi convinti. Insomma un grande colpo di teatro evidenziato, enfatizzato. Amadeus sprizza una gioia orgogliosa, Morandi canta l’Inno di Mameli, ma sì, è una festa italiana.
Roberto Benigni ha celebrato la Costituzione, in particolare l’articolo 21, e reso omaggio ai padri costituenti, “tra questi c’era Bernardo Mattarella, il padre del presidente, al quale va il nostro applauso”. Quindi, rivolgendosi a Sergio “possiamo dire che è sua sorella Mattarella”, “Lei e la Costituzione avete avuto lo stesso padre”
E appare Lei, corteggiata quattro anni, produttrice digitale milionaria, presentata come un’icona universale, vestita da Dior, voce da bambina, disinvolta quel tanto che basta per leggere un cartellino, ma che c’è da ammirare in un nulla diventata influencer? Ovviamente sto parlando di Chiara Ferragni, la dea tanto attesa. Interessa a qualcuno che i Ferragnez abbiano dormito in case diverse, separati per concentrarsi?
La gara si svolge quasi fosse un riempitivo tra un ospite e l’altro:
Sali – Anna Oxa drammatica, eccessiva, virtuosismi anche inutili
Mostro – Gianmaria contenuto originale e ritornello orecchiabile
Supereroi – Mr. Rain molto, troppo giovanile
Due vite – Marco Mengoni Bella, pathos, sentimento, buono anche il testo
Mare di guai – Ariete amore tra due donne, musica pop
Alba – Ultimo pathos tristezza, il re pianoforte, bel testo
L’addio – Coma Cose – amarezza, suggestione, introspezione
Due – Elodie – ritmo da ballare, interpretazione brillante
Terzo cuore – Leo Gassmann – disincantato, con ironia
Lettera 22 – Cugini di campagna – canzone da cantare insieme, con piglio moderno
Quando ti manca il fiato – Gianluca Grignani – una canzone d’autore, personale, introspettiva
Polvere – Olly – stile Fedez
Non mi va – Colla zio – energia, divertimento, spensieratezza
Duemilaminuti – Mara Sattei – canzone tipicamente sanremese
Sul secondo abito rigorosamente Dior, Chiara Ferragni, pare aver disegnato il suo corpo nudo per essere in carattere con il monologo che ha dedicato a se stessa bambina, sulla necessità di sentirsi sempre all’altezza in ogni situazione, senza l’intervento di nessuno. Un pistolotto di dieci minuti di cui non si sentiva la necessità.
Blanco (ospite) si infiamma devastando il palco del teatro Ariston. Un problema durante la sua esibizione, ricordiamo non concorre alla gara, ha scatenato la rabbia di Blanco, che all’improvviso ha distrutto tutte le composizioni floreali presenti sul palcoscenico. Fischi sonori e ripetuti per il cantante da parte del pubblico, che non ha per nulla apprezzato la distruzione dei bellissimi fiori, simbolo fra l’altro dello stesso Festival.
“Il mio canto libero” di Battisti, cantato da tutti alla fine, è un po’ una liberazione.
Classifica provvisoria, partendo dall’ultima posizione:
14 Anna Oxa – Sali
13 Olly – Polvere
12 Gianmaria – Mostro
11 Ariete – Mare di guai
10 Gianluca Grignani – Quando ti manca il fiato
9 Mr. Rain – Supereroi
8 Cugini di campagna – Lettera 22
7 Colla Zio – Non mi va
6 Mara Sattei – Duemilaminuti
5 Leo Gassmann – Terzo cuore
4 Ultimo – Alba
3 Coma Cose – L’Addio
2 Elodie – Due
1 Marco Mengoni – Due Vite