Carlo Nordio ha le idee chiare: separazione delle carriere fra pm e giudici, depenalizzazione, accelerazione dei processi i cui ritardi costano all’Italia due punti di Pil, revisione del codice penale del 1930 e firmato dal Duce.
Nordio, ex magistrato e neo ministro della Giustizia, non ha voglia di perdere tempo.
Il programma è quanto mai ambizioso. Di separare le carriere dei magistrati, storica battaglia di Marco Pannella, si discute da circa trent’anni. Ogni tentativo di creare due ruoli distinti e separati, fra cui ben due referendum, si è però sempre arenato davanti alle barricate alzate dalle toghe.
Per realizzare la separazione della carriere sarà necessaria una modifica della Costituzione. Impresa ad alto rischio, visti i precedenti.
La reazione dei magistrati alle parole del Guardasigilli non si è fatta attendere.
“In campagna elettorale Nordio ha disegnato una sua idea di giustizia forte con i deboli e debole con i forti. Tutte le misure di cui ha parlato servono a indebolire la capacità di controllo della magistratura rispetto al mondo della politica, dell’economia e dell’alta finanza e a rendere i magistrati del pubblico ministero più isolati e più facilmente suscettibili di controllo da una parte e di intimidazione dall’altra”. È stato il commento dell’ex presidente dell’Anm Eugenio Albamonte.
Con il Pd allo sbando ed il M5s ormai “degrillizzato”, c’è da scommettere che l’opposizione alla futura riforma della giustizia la faranno proprio le toghe.
Tutti ministri che in passato si sono scontrati con i giudici non hanno mai fatto una bella fine. Il caso più eclatante fu quello di Filippo Mancuso, magistrato, nominato da Lamberto Dini nel 1995 ministro della Giustizia per la sua profonda competenza giuridica. Quando però cominciò a fare accertamenti sull’operato dei suoi colleghi del pool di Mani pulite, mandando in Procura a Milano gli ispettori ministeriali, immediatamente si formò in Parlamento una maggioranza trasversale che votò la sfiducia costringendo alle dimissioni.
Con i magistrati è sempre meglio essere prudenti.
Nato a Roma, laureato in Giurisprudenza e Scienze Politiche,
ha ricoperto ruoli dirigenziali nella Pubblica Amministrazione.
Attualmente collabora con il Dipartimento Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Milano. E’ autore di numerosi articoli in tema di diritto alimentare su riviste di settore. Partecipa alla realizzazione di seminari e tavole rotonde nell’ambito del One Health Approach. E’ giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia.
Carlo Nordio è una degnissima persona, uomo di grande cultura ,è stato un eccellente magistrato della Repubblica Italiana basata sulla vigente Costituzione, in base alla quale non è possibile attuare una ” Riforma della Giustizia ” come da tempo si parla, purtroppo vanamente. Perché per poterla realmente fare ( e non solo parlarne ) bisogna prima cambiare totalmente la Costituzione vigente e sostituirla con una del tutto nuova, che elimini tutte le scorie totalitarie presenti nella Costituzione in vigore e faccia finalmente dell’Italia una “Democrazia Occidentale” compiuta, basata sulla libertà dei suoi singoli cittadini ( … e come la grande maggioranza di essi da tempo anela senza esito .., ). L’Italia di oggi è una “repubblica democratica”, ma chi studia debitamente la materia sa bene che tra questa ed una cosiddetta “democrazia occidentale compiuta” corre ancora molta strada. L’ex-magistrato Carlo Nordio con la Sua esperienza può di certo “efficientare” l’attuale disastrato ns. sistema giudiziario strutturalmente disfunzionale e materialmente “illiberale”. Ma rendere efficiente un “sistema illiberale” può rappresentare un ulteriore regresso sulla strada di una reale democrazia compiuta, della quale – in primis – l’Italia ha disperatamente bisogno!