Sembra un po’ strano che il PD in cerca d’autore abbia invocato Letta come segretario e Sala si sia iscritto ai Verdi Europei. Quasi contestualmente, ma questo probabilmente denuncia un’insopportabile statu quo in cui versa il partito. Ma c’è ancora un partito?
Il fatto è che a Roma tra correnti devastanti, ognuna a pensare ai propri interessi, il nome di Letta, scelto per disperazione, potrebbe fungere da mediatore. Affidarsi a un nome con l’approvazione dei lettiani, ma con un silenzio di disapprovazione degli ex comunisti doc, promette una designazione transitoria perché sul tavolo non ci sono nomi che provengano dall’ortodossia politica del partito. Meglio di niente, considerato lo sfacelo del PD.
Brevemente: un solenne smacco per il PD. Sala tempestivamente ha fiutato l’estremo indebolimento della sinistra? Pare di sì e ha indossato una nuova casacca, rinnegando, in parole povere, una militanza sfociata in quella foto emblematica con il pugno chiuso. Il PD a Milano è disorientato, ma la domanda che viene spontanea è: da Verde riuscirà a fare da collettore tra le tante liste che vanno dal rosa al rosso pompeiano?
“E’ una scelta spiazzante per molti e che renderà necessario un riassetto del riequilibrio della coalizione e della compagine che andrà a elezioni. In questi mesi Sala dovrà esplicitare questa sua nuova visione: si vedrà chi la condivide e chi convergerà su di lui. Occorrerà trovare un nuovo riequilibrio. E’ chiaro che alcune cose non possono essere dimenticate nel programma a scapito di altre. Sarà una bella sfida”. Così Franco D’Alfonso, consigliere comunale e presidente di Alleanza Civica per Milano, gruppo erede della lista Sala. Maliziosamente si potrebbe pensare che gli sia sfuggita di mano la rivoluzione ecologica appiattita sulla proliferazione di piste ciclabili e piazze tattiche e che, contestualmente, ricordi gli alberi tagliati a gò a gò e la cementificazione permessa…Beh… i Verdi daranno equilibrio, deve aver pensato.
Stufo della estrema sollecitudine e irragionevolezza dei suoi assessori? Sembra comunque un atto di inquadramento nuovo, visto il vespaio del partito. Commenta Gianluca Comazzi, consigliere comunale di Forza Italia, “l’ennesimo, tragicomico smacco per gli esponenti del Pd milanese, rinnegati dal sindaco che hanno eletto e sostenuto in questi cinque anni“.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Sala il camaleonte de Milan.
Grigio dirigente di sporche multinazionali. Direttore generale di destrorsa giunta comunale. Slow food-ista d’alto bordo: aborre le salamelle comuniste. Eletto sindaco dalla sinistra in fase digestiva da EXPO 2015. Cerca l’ibridazione giallo grillino con l‘odiatore di Craxi, pare ricambiata, ma poi si svela rosa socialista, Craxiano de ‘sto cazzo. Ora scopre di cagare verde, si ma verde gretino – puro made in north Europa. E che cazzo, mica vorrai possa mai essere verde come le spelacchiate aiuole di Milano.
Il radical chic che non si impegna a lungo su un colore e sta bene con tutto. Naviga alto sopra la merda delle periferie che lascia rimestare ai suoi assessorini fuori parte. Camicia sempre stirata e profumata, cammina a dieci centimetri da terra, ogni tanto si siede ma solo su poltrona Frau.
Amico di Letta –termine indicante un francesista, tiepido politico, già ‘serenamente’ inculato da ‘amico’ di partito. Pascola i media di regime ma solo per amplificare alle masse, con oculate scelte di tempo, l’inclito verbo. E’ chiaramente un pregiudicato ma con condanna converta negli anni dispari in una semplice multa. Inorgoglito da tale onorificenza al valore, ora si sta impegnando, si fa per dire è senza avversari oltre che senza alternative più chic, nella rielezione a San Sindaco 2021.
Suo il celebre detto dedicato ad anziani ed invalidi: volevi la bicicletta, adesso pedala!