Una volta c’erano Albertini, Berlusconi, Montanelli. Oggi di che e di chi stiamo parlando?

Milano

Ma di che stiamo parlando ogni giorno? Delle insufficienze amministrative di una Giunta che improvvisa, non vede al di là delle scarpe e pretende di dare una visione lungimirante della città con la riapertura dei Navigli?  Non voglio fare nomi, sono sufficienti l’insicurezza dei cittadini, il fare e rifare ripetuto, il dilagare della criminalità. L’invasione incontrollata di “ospiti”, la violenza reattiva di molti. No, i nomi non si fanno, ma nel giudicare i profili dei “Notabili” che governano Milano è giusto che ciascuno rifletta. Per dire che Milano ha avuto giganti al posto di comando  che hanno espresso intelligenza, acume, generosità. Ricordate la contestualità di tre grandi figure, carismatiche, capaci, creative? Erano Albertini, Berlusconi, Montanelli. Qualcuno osa fare un parellelismo con la classe dirigente di oggi? Albertini ricorda, in un’intervista rilasciata a Giovanni Terzi su Libero e dalla sua sobrietà esplode comunque l’epopea di nove anni costruttivi, sempre in ascesa.

“Gabriele Albertini è una persona retta, ligia al dovere e con la schiena dritta… Inutile negarlo, per Milano Gabriele Albertini ha rappresentato un nuovo rinascimento umano e culturale. Un sindaco molto amato e anche molto temuto e rispettato dai partiti politici”: così viene presentato. Rispose no quattro volte all’insistenza di Berlusconi che voleva fosse sindaco di Milano, ma poi “A quel punto accettai perché era impossibile resistere a Berlusconi» L’imprenditorialità e la legalità furono le direttive da seguire  «Quasi giacobino perché scelsi una linea durissima dove chi aveva anche solo avuto un avviso di garanzia non poteva ricoprire posti politici o amministrativi in società partecipate dalla politica» Fiero di una squadra che esaltava il merito, la preparazione specifica. Come diceva l’avvocato Gianni Agnelli “la qualità dei miei collaboratori mi inorgoglisce molto”… Come posso non ricordare gli assessori politici come De Corato, Scalpelli, Del Debbio, Casero, Verro ed anche Verga, Carrubba e Zecchi o la lista dei professori Zampaglione, Martella, Goggi, Sirchia e Talamona ed i manager Magri, Porta e naturalmente il primo direttore generale del Comune Stefano Parisi». Le basi della Milano di oggi furono opera della sua Giunta «Tra gli alleati innanzitutto Berlusconi con cui, nel mio primo mandato, condividevo i valori della efficenza e imprenditorialità. Non posso che ringraziare Roberto Formigoni con cui ci fu una collaborazione strettissima. I detrattori sono i figli di una ideologia sinistrorsa e non costruttiva. Un esempio i continui esposti di Milly Moratti…».

Grande amico di Albertini, con cui condividere idee e programmi, fu Indro Montanelli “Insensati gli attacchi a Montanelli. Credo che il Nobel avrebbero dovuto darlo a Montanelli e non a Dario Fo. Tant’è che io diedi quattro “grandi” medaglie d’oro in nove anni da sindaco: Muti, Monti, il cardinal Martini e Montanelli». Ma oggi di chi e di che stiamo parlando?

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