Pil: Brunetta, “Performance economiche disastrose e crescita zero come l’operato e il voto da dare a questo esecutivo”

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“L’economia italiana è di nuovo ferma. L’ISTAT ha, infatti, certificato oggi che il tasso di crescita del Pil nel secondo trimestre è stato pari a zero, sia su base congiunturale che annuale. Le previsioni ottimistiche del Governo giallo-verde sono state quindi tutte smentite. Anche quest’anno, quindi, l’Italia non crescerà e rimarrà all’ultimo posto nella classifica europea. Le performance economiche del Governo sono state finora disastrose. Fin dal suo insediamento, infatti, il nostro Paese ha registrato più dati negativi che positivi. Il terzo trimestre del 2018, il primo dove è possibile misurare l’operato dell’Esecutivo Conte, ha avuto una crescita negativa, pari al -0,1%; nel quarto trimestre del 2018 è stata altrettanto negativa ancora per il -0,1%. Considerando i due trimestri consecutivi con segno meno, l’Italia è entrata quindi in recessione tecnica. Il primo trimestre del 2019 si è aperto con un risultato scarsamente positivo, con il Pil cresciuto del +0,1%. Poi il dato di oggi relativo al secondo trimestre. In termini cumulati, dopo oltre un anno di Governo Lega-Cinque Stelle, il saldo è quindi negativo per il -0,2%. Considerando che le prospettive di ripresa nel secondo trimestre sono anch’esse pari a zero, la crescita annuale dovrebbe quindi essere nulla.

Il pessimo dato certificato oggi dall’ISTAT avrà un impatto fortemente negativo anche sulle finanze pubbliche, poiché fa aumentare automaticamente i rapporti deficit/Pil e debito/Pil per quest’anno e, considerando gli effetti di trascinamento, anche per quelli successivi. Nella prossima Nota di Aggiornamento al DEF, prevista per fine settembre, il Tesoro sarà così obbligato a rivedere al ribasso le previsioni di crescita e al rialzo i rapporti di finanza pubblica. La conseguenza immediata sarà una Legge di Bilancio ancora più lacrime e sangue che il Governo dovrà effettuare per mantenere gli obiettivi di bilancio. Se già prima il sentiero era stretto, ora, alla luce di questi dati, lo diventa ancora di più. Il che significa che l’Iva dovrà scattare, che il taglio delle tax expenditures dovrà essere effettuato, assieme alla spending review, che la flat tax e il taglio del cuneo fiscale propagandati da Matteo Salvini e Luigi Di Maio non si potranno fare

I due vicepremier hanno davvero poco da incolpare la congiuntura internazionale, la guerra commerciale, o il rallentamento della Germania. La vera causa della crescita zero, su questo sono concordi tutti i maggiori analisti, è la politica economica completamente sbagliata intrapresa dall’Esecutivo, che si è intestardito nel puntare tutte le poche risorse a disposizione su misure assistenzialiste come il reddito di cittadinanza e la quota 100, che hanno prodotto effetti nulli, e non su quelle più favorevoli alla crescita come il taglio delle tasse. Un errore che è costato carissimo al nostro Paese, e che ha condotto alla crescita zero. Zero come il voto da dare a questo Governo di buoni a nulla per i disastri compiuti, anche se quello più adatto sarebbe forse un “non classificabile”.

Lo scrive in una nota Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia.

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