Poveri o evasori? Un italiano su 2 non paga tasse

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Dalle analisi ISTAT risulta che in Italia ci siano 14 milioni di indigenti, 5 dei quali in povertà assoluta, condizione per la quale non si riesce ad arrivare alla soglia minima di sopravvivenza, variabile in base al territorio. Questi sono valori che non si discostano molto da quelli dello scorso anno, alla faccia di chi dice di aver abolito la povertà.

Al di là delle millanterie del ministro del lavoro Di Maio, c’è qualcosa che nei conti non torna. Infatti chiunque consulti i rapporti periodici del dipartimento delle finanze sui dati IRPEF, si accorge che solo 40 milioni di italiani comunicano il proprio reddito all’Agenzia delle entrate, ovvero che i restanti 20 milioni non percepiscono entrate. Ma tra quei 40 milioni che dichiarano, dieci presentano entrate nulle o addirittura negative. Per cui sono 30 i milioni di italiani che non sborsano un centesimo, uno su due. Cioè molti più “poveri” di quanto l’ISTAT certifichi.

È evidente che tra 14 milioni e 30 milioni c’è uno sbalzo francamente eccessivo, a prescindere dai soggetti che sono a carico d’altri.

Da queste indagini si deduce una verità esistente da decenni a cui mai nessuno ha posto rimedio: una grande massa di furbetti che attraverso false dichiarazioni, passaggi di proprietà, certificati medici falsi, riesca ad eludere con abbastanza facilità il fisco a scapito degli altri contribuenti. Non solo, essi hanno accesso a tutta quella moltitudine di bonus che lo Stato mette a disposizione per l’equità sociale, gravando sulla spesa pubblica.

Dall’altra parte vi sono tutti i lavoratori in nero e i datori di lavoro che truccano documenti contabili, sottraendo all’erario ogni giorno denaro.

Quindi i poveri italiani (con tutto il sacrosanto rispetto per chi lo è davvero) sono molto meno di quanto ci immaginiamo.

Surreale è che il a finanziare il 57% del totale IRPEF sono a malapena il 12% di italiani. E non sono i super-ricchi. Parliamo della classe media in quanto lo scaglione più corposo si riferisce ad un reddito compreso tra i 35.000 e i 100.000 euro lordi l’anno. E sono proprio questi i soggetti che vengono tartassati dal fisco. Essi non di rado subiscono inasprimenti fiscali di ogni genere, sanzioni per errori di calcolo, delle vere e proprie persecuzioni tributarie.

Chi produce e fa reddito spesso viene guardato con sospetto, invece dovremmo essergli grati per i quattrini che paga ogni anno, mantenendo chi non fa nulla ed imbroglia il fisco.

Invece si preferisce far soffocare fiscalmente la gente onesta e per bene, lavoratrice e corretta, inducendo i contribuenti ad eludere sempre di più il fisco, essendo esausti di assistere ad abnormi sprechi di spesa pubblica.

Perciò forse è anche per la speranza di una rivoluzione fiscale, identificata nella FLAT TAX, che Salvini ha fatto il pienone di voti, non solo per l’immigrazione.

Per chi invece istituisce redditi di cittadinanza o propone altre voci di spesa pubblica come il reddito minimo, la fortuna sembra essere finita.

Andrea Curcio

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