Majorino si candida alle Europee. I clochard organizzano una mega tavolata in Galleria

Milano

Dovrebbe esserci un passa parola frenetico, per ora solo sussurrato tra i clochard, gli anziani con pensione minima, il disoccupato perennemente fallito, perché il protettore dei migranti, Pierfrancesco Majorino, si candida alle elezioni europee. Il 28 maggio è relativamente lontano, ma qualcuno suggerisce di preparare una gigantesca tavolata in Galleria per festeggiare una vittoria che libera Milano. E non ci sono problemi per battere il numero dei migranti, i poveri in città soni numerosi. E gli sponsor nel nome della solidarietà condivisa, arrivano. Qualcuno ha un dubbio “Ma se dall’Europa organizza una marcia di disperati venuti da tutto il continente? Dubbi reali che esigono “muri” di razionale organizzazione. Ma il fatto che faccia danni all’estero, interessa poco. A Milano per tante iniziative pro migranti, il fallimento è stato assicurato. Da Libero un breve elenco, per rinfrescare la memoria “Durante l’era Pisapia ispirò le politiche di accoglienza che si tradussero nella rete di solidarietà per i clandestini accampati alla Centrale: un disastro. Non contento, lanciò il bando “Ospita un rifugiato in casa”, che ottenne l’adesione di sole quindici famiglie. Sua anche l’idea di introdurre la «Bebè card», ovvero il sistema di contributi che avrebbe dovuto aiutare le mamme povere, in gran parte straniere; peccato che il gestore del servizio sia fallito, costringendo il Comune di Milano a sospendere l’iniziativa e ripartire da zero. Non contento, escogitò anche il centro di accoglienza temporaneo per nomadi e sfrattati in via Sacile, ma il progetto è naufragato e il centro è oggi sul punto d’esser chiuso definitivamente. Non dimentichiamo poi la Casa dei diritti aperta qualche anno fa in via De Amicis, che s’è ridotta a ospitare discutibili eventi dedicati al mondo lgbt.” Ora va in lista con un amico, Pisapia: stessa ideologia, stesso disinteresse per gli emarginati milanesi. Un comune sentire antifascista enfatizzato nelle piazze soprattutto nei  periodi elettorali. Dovrebbero poi spiegare quella bava alla bocca, gli slogan e i cartelli di insulti nelle marce che organizzano o permettono. La rabbia che manifesta la multiforme piazza come si può definire? I clochard e i bisognosi milanesi, continuano a sussurrare la loro speranza.