Nel centenario della Grande Guerra, i Cantori di Santa Margherita presentano “Partire…per ritornare “

Cultura e spettacolo

Milano 1 Giugno – Domani, sabato 2 Giugno, nel centenario della Grande Guerra, presso il Centro Culturale San Michele di Fidenza, i Cantori di Santa Margherita presenteranno “Partire…per ritornare – Canti, racconti e immagini della Grande Guerra”.

Molto toccante l’introduzione alla serata che verrà letta da Luca Zoni:

– Si chiamavano Massimino, Francesco, Luigi… e si chiamavano Felix, Mihaly, Janos. Si chiamavano Edward e François, Emanuel e Giovanni. Un’intera generazione perduta. Perduta nel fango delle trincee del Carso, nei ghiacci dell’Adamello, sulle pietraie dell’Ortigara, sulle rive del Piave. Sono partiti da tutta Italia e da tutta Europa: contadini, operai, borghesi, aristocratici. Hanno lasciato le loro case e le loro famiglie, per andare in luoghi che non riuscivano nemmeno ad immaginare. Hanno visto le pianure sconfinate della Galizia e le montagne italiane. Hanno visto la neve o il mare per la prima volta. Sono vissuti insieme e sono morti insieme, pur essendo “nemici”. Pochi sono sopravvissuti per potercelo raccontare. Ed è a loro, a tutti loro, alle loro voci, che vogliamo dedicare questa serata.

“Sono deceduto per ferite riportate in combattimento. Così dice la notifica ufficiale, arrivata alla mia famiglia nel luglio 1918. Noi ragazzi del ’99 siamo stati precettati nel ’17, quando alcuni di noi non avevamo ancora compiuto 18 anni. Siamo arrivati al fronte a novembre del 1917, dopo Caporetto. Io sono stato assegnato alla fanteria, 26esimo reggimento, Brigata Bergamo. Ho combattuto nei boschi di Asiago, sul Col Valbella nella battaglia dei Tre Monti e poi sulle rive del Piave. E nelle paludi di Monastier sono stato ferito, durante la Battaglia del Solstizio. Mi hanno portato al primo posto di soccorso e da lì un giovane soldato americano di nome Ernest mi ha portato con l’ambulanza all’ospedaletto da campo di Mestre, ma non è servito. A casa facevo il contadino. Mi piaceva andare nei campi… nella mia famiglia si usava cantare durante i lavori pesanti, faceva sentire meno la fatica. La mia sorellina ha continuato a cantare, e quando cantava, si ricordava di me.”-

 

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