Domenica 4 marzo 2018 gli italiani chiamati alle urne: ecco come si vota

Attualità

Il sistema più sicuro per chi teme di sbagliare è comunque quello di barrare semplicemente il simbolo del partito prescelto.

Milano 27 Febbraio – Domenica 4 marzo 2018 i cittadini italiani sono chiamati alle urne per eleggere il nuovo parlamento. Si vota dalle 7 alle 23 e lo spoglio inizierà subito alla chiusura delle urne.

Inoltre I cittadini di Lazio e Lombardia saranno chiamati anche a eleggere il nuovo presidente della Regione e i Consigli regionali. Lo spoglio per le regionali inizierà alle 15 di lunedì 5 marzo.

ELEZIONI POLITICHE 
Per l’elezione del nuovo Parlamento sarà utilizzata per la prima volta la nuova legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum.

Oltre ai parlamentari eletti all’estero (12 deputati e 6 senatori), saranno eletti con metodo maggioritario in singoli collegi uninominali un terzo dei parlamentari (232 deputati e 116 senatori) mentre con metodo proporzionale i restanti due terzi (386 deputati e 193 senatori).

Ogni elettore avrà due schede, una per la Camera (scheda rosa) e una per il Senato (scheda gialla). Con la scheda rosa l’elettore darà il suo voto sia per il candidato uninominale che per le liste che concorrono nella parte plurinominale per la Camera, così come la scheda gialla servirà per dare sia il voto uninominale che plurinominale del Senato.

In entrambi i casi, la scheda è divisa in rettangoli: nella parte superiore di ogni rettangolo è riportato nome e cognome del candidato uninominali; nella parte inferiore la liste o le liste che lo supportano.

L’elettore può votare nei seguenti modi:
– tracciando un segno su una delle liste: in questo caso il voto si trasferisce al candidato uninominale a cui la lista è collegata;
– tracciando un segno sia sul nome del candidato uninominale che su una delle liste a lui collegate;
– tracciando un segno solo sul nome del candidato uninominale.

In quest’ultimo caso ci sono due possibilità:
– se il candidato è sostenuto da una sola lista (è il caso del Movimento 5 Stelle), il voto si trasferisce anche alla lista;
– se il candidato è sostenuto da più liste (è il caso delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra): tutti i voti dati al singolo candidato uninominale vengono distribuiti tra le liste che lo sostengono, proporzionalmente ai voti presi in quel collegio elettorale.

È VIETATO IL VOTO DISGIUNTO
Non si può votare per una lista e per un candidato uninominale non collegato a quella lista. In questo caso il voto viene annullato.

REGIONALI LAZIO E LOMBARDIA
Il sistema elettorale per Lazio e Lombardia è molto simile. Prevede l’elezione diretta del presidente della Regione (sarà il candidato presidente più votato) e un meccanismo proporzionale con premio di maggioranza per l’elezione dei consiglieri.

In Lombardia i consiglieri da eleggere sono 80, nel Lazio 50.
Sono diversi i premi di maggioranza:
– nel Lazio alla coalizione del presidente eletto sono garantiti almeno il 60% dei seggi;
– in Lombardia alla coalizione vincitrice sono garantiti almeno il 55% dei seggi se il Presidente eletto ha preso meno del 40% dei voti validi; se invece ha preso più del 40% i seggi garantiti sono il 60%.

Sia in Lombardia che nel Lazio c’è un’unica scheda (colore verde) per il presidente e il Consiglio. Il voto può essere espresso nei seguenti modi:
– tracciando un segno sul nome del candidato presidente (solo nel Lazio anche su simbolo): in questo caso il voto non va a nessuna delle liste che lo sostengono;
– tracciando un segno su una delle liste: in questo caso il voto si trasferisce al candidato presidente a cui la lista è collegata;
– tracciando un segno sia sul simbolo o sul nome del candidato presidente che su una delle liste a lui collegate;
– tracciando un segno sul simbolo o sul nome del candidato presidente e un altro segno su una lista a lui non collegate (è quindi consentito il cosiddetto VOTO DISGIUNTO).

GUARDA: FAC SIMILE SCHEDA ELETTORALE LAZIO
GUARDA: FAC SIMILE SCHEDA ELETTORALE LOMBARDIA

L’elettore poi può indicare fino a due nominativi tra quelli candidati dalla lista scelta. I nomi vanno scritti negli spazi alla destra del simbolo e se l’elettore vuole indicare due nominativi devono essere di due candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza.

Il Presidente eletto è membro del Consiglio. Viene eletto consigliere anche il candidato non eletto più votato. (Repubblica)

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