A Como ha ragione il Sindaco: la solidarietà non può generare degrado

Attualità

Ieri grande manifestazione contro il Sindaco. Brutto, cattivo, contro l’accoglienza. Condannato dal vescovo, dalle associazioni di volontariato, dalla Como bene, da quella che conta. Solo e senza difensori. Devo dire, mi sta già simpatico. Il motivo è che, dopo cinque anni di sinistra, l’assalto dei migranti nei momenti peggiori dell’arrivo di massa (che Minniti sta cercando di ricreare col ponte aereo), sta commettendo il più grande dei peccati: sta cercando di risollevare Como. E questo no, non lo si può permettere. Dobbiamo capirci, la povertà non è reato. Ma non è nemmeno qualcosa da ostentare. Non c’è nessun vantaggio per alcuno a lasciar campeggiare in piazza Duomo, o nel centro cittadino, i senza tetto. Loro, potendo scegliere, ovviamente lo preferiscono perché, vivendo di elemosina, tendono a preferire i luoghi dove passano più persone disponibili a fare la carità. Il problema è che la concentrazione di angoli attrezzati, mendicanti, alcuni dei quali statisticamente saranno anche insistenti, quando non molesti, rende la fruizione del centro un incubo per i turisti. Ed è questa la ragione della delibera: evitare concentrazioni. E per evitare concentrazioni, la cosa migliore, è evitare la distribuzione di cibo a domicilio. Non è cattiveria. È logica. Infatti queste mozioni si basano sul decreto Minniti, che, a sua volta, è basato sul principio che se si crea degrado poi tutta la sicurezza ne risente. Anche perché, ad essere onesti, nessun volontario è stato multato. Sono stati, semplicemente, invitati a farlo altrove. Muovendo i luoghi di distribuzione si evitano assembramenti e, con il tempo, accampamenti. Alla fine, i senzatetto e gli immigrati, hanno ricevuto il cibo. Ma non hanno potuto crearsi l’accampamento.

A questo punto dobbiamo chiarirci sulla posizione della Chiesa. Ecco, cattivi, così si mette fuori legge Cristo. Adesso, io capisco che dopo il passaggio di Papa Francesco della Verità Evangelica abbiamo deciso di fregarcene, perché l’importante è la misericordia, ma mettere in mezzo Nostro Signore è quanto meno pretestuoso. Nutrire gli affamati non prevede il servizio a domicilio, la creazione di bivacchi e la questua molesta. Non prevede neanche che si debba accogliere chiunque. Anzi, io ricordo sempre a tutti gli allegri cattocomunisti, che il messaggio focale è sul “prossimo”, che è poi anche il difficile da aiutare, perché ne conosciamo i difetti, gli errori ed i problemi. Il lontano, l’ultimo arrivato, quello con la storia più crudele ed esotica, è decisamente più facile da accogliere. Per cui, se la Curia vuol far politica ne ha diritto. Sono cittadini anche loro. Cerchiamo però di non strumentalizzare il Vangelo, perché non ci si fa una gran figura. Come la storia che Gesù non vorrebbe che gli impiegati dei supermercati (e solo loro, il Cristo Cattocomunista ha una coscienza di classe piuttosto bizzarra) lavorassero la Domenica, queste letture inconsistenti crollano alla prima analisi. E screditano, come pastori, tutti i sacerdoti.

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