Eh, no. No signora mia, no. La scuola è incompatibile con le telecamere. Non sia mai. Questo il senso di una intervista al vicesindaco Scavuzzo uscita sul Corriere della Sera. Un’intervista che definire agghiacciante non rende l’idea. Forse ricorderete i casi di maltrattamenti della maestra dell’asilo in Bovisa. Forse ne ricorderete in tutta Italia. Io, di certo, ricordo quelli che ho subito personalmente all’asilo. E che ho avuto la forza di raccontare a casa solo anni ed anni dopo. Quando le Francescane, da sole, si erano accorte del problema e, con discrezione, avevano risolto. Non sono mai stato toccato, ma la violenza psicologica c’era stata. Con delle telecamere all’interno il problema sarebbe emerso in pochi giorni. Per questo plaudo alla legge che introduce il loro uso nelle scuole materne. La Scavuzzo no. Le difende l’idea della scuola. La sua idea di scuola, quanto meno. Che viene prima della felicità dei bambini. Tanto i bambini non votano. Quindi chissenefrega. Il principio della Scavuzzo è che si minerebbe una visioen armonica della scuola come luogo sicuro. Geniale. Con questa logica anche la polizia andrebbe abolita. Dai, mina l’idea che viviamo nel mondo perfetto dove il male non si annida. Che brutta cosa. Potrebbe indurre il pensiero che se giro da solo dietro la Stazione, magari evitare i luoghi bui potrebbe rivelarsi una buona idea. Che orrore. Niente, la Sinsitra al Caviale proprio non riesce a far pace con la realtà e la realtà, detta brutalmente con George Martin, è che viviamo in un mondo oscuro e pieno di terrore. O emglio, in un mondo pieno di rischi. Non tutti si possono evitare. Ma ai nostri figli andrebbero risparmiati il più possibile.
Anche perché queste telecamere non fanno nulla, da sole. Lo dice anche lei. Non intralciano la vita dei docenti. Quelli onesti. Non intralcia la didattica. Di chi sa farla. Da sole non prevengono il crimine, è vero. Ma aiutano chi vuol impedirlo. Tra l’altro qui scadiamo nel comico. La vice Sindaco dice che, beh, le telecamere non impediscono il crimine. Mi verrebbe da dire, per fortuna. Qui non siamo in minority report. Nessuno vuole “impedire”. Si vuole solo consentire indagini veloci, nell’interesse di tutti. In primis i docenti onesti. Non nascondiamocelo, oltre alle vere violenze ci sono stati molti casi di seri professionisti accusati ingiustamente. Che con una telecamera avrebbero potuto difendersi. Ma alla Scavuzzo di quelli onesti che vogliono proteggersi interessa meno dei bambini. In fondo, l’unica cosa che le importi davvero, è la sua visione di frutta candita del mondo.
Ecco, è questo il punto: la Vice Sindaco le telecamere non le vuole perché dimostrerebbero che il mondo della Sinistra, quello in cui lo Stato è perfetto e tutti sono sicuri, esiste solo nelle loro menti. Prova ne sia le soluzioni che propone. Come il ruotare le maestre per evitare connivenze. Davvero, sarebbe tutto molto tenero, se non ci fossero dei bambini di mezzo. E sulla loro sicurezza chi chiede di derogare non ha scuse o giustificazioni.
Luca Rampazzo

Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,