E’ giunta l’ora di rottamare il rottamatore

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Milano 12 Marzo – Attrezzarsi in vista del congresso 2017. O di qualcos’ altro, se la situazione – come, inutile negarlo, sperano in tanti – dovesse precipitare e la stella di Matteo Renzi tramontare prima del tempo. Intanto da oggi a domenica a San Martino in Campo, undici chilometri da Perugia, si riunirà tutta la variegata galassia della minoranza dem. L’ appuntamento era previsto da tempo.

Non c’ è dubbio, però, che le polemiche attorno alle primarie di Napoli e di Roma (ieri nella Capitale si è deciso di ricontare tutte le schede) renderanno ancora più accesa la discussione. Il fatto è che la tre giorni dei bersaniani cade in un momento di grandissima tensione tra maggioranza e minoranza. Un clima di sospetti e minacce. «Ci accusano di voler far perdere il Pd così poi, se le amministrative vanno male, daranno la colpa a noi», si protesta nella minoranza.

Mentre nella maggioranza sono convinti che l’ obiettivo di Bersani & co sia il «logoramento» di Renzi, anche a costo di far perdere i candidati del Pd. Si vive da separati in casa. E non ha aiutato la voce che Renzi voglia trasformare la direzione del 21 in una resa dei conti: chi ha qualcosa da dire lo dica ora o taccia per sempre e si allinei. Per non dire del ricorso di Antonio Bassolino bocciato per vizi formali.
«Modi dittatoriali», si protesta.

In questo contesto, da oggi fino a domenica, la minoranza dem si riunisce per preparare la corsa congressuale. L’ idea è di mettere a punto una proposta politica alternativa a quella di Renzi. Non a caso il secondo giorno sarà dedicato a sei gruppi di lavoro incentrati su sei grandi temi: partiti, riforme, welfare, fisco, lavoro, legalità.

Di fatto la base per una piattaforma congressuale. Come spiega Nico Stumpo, l’ obiettivo è «discutere di temi che riguardano gli italiani e non chiudere la discussione sulla quotidianità del dibattito politico». È solo l’ inizio. Dopo questo week-end, spiega ancora Stumpo, seguiranno altri appuntamenti in cui si preseguirà il lavoro per «dotare il Pd di una piattaforma politica a partire da questi temi». Aprirà Roberto Speranza alle 16, poi interverrà Pier Luigi Bersani e a sera un question time con alcuni europarlamentari.

Ma l’ intervento forse più atteso sarà il giorno dopo alle 19.15: la presentazione del libro del direttore de La Stampa “Jihad. Guerra all’ Occidente”. Maurizio Molinari, infatti, ne discuterà con Massimo D’ Alema, più volte evocato in questi giorni come ispiratore delle candidature alternative al Pd che avanzano tra Milano, Roma e Napoli. La conclusione, il terzo giorno, è affidata a Speranza, dopo Gianni Cuperlo e Guglielmo Epifani.

Proprio Cuperlo, ieri, ha presentato un appello a unire la sinistra fuori e dentro il Pd: un tentativo di frenare le spinte centrifughe sempre più evidenti. Non ha risparmiato, però, critiche al vertice dem, chiedendo a Renzi di richiamare Matteo Orfini, per invitarlo a rispettare «le funzioni di garanzia» che ricopre come presidente.

Rispetto alle polemiche legate alle primarie, «qui non si tratta di fare qualche aggiustamento, siamo davanti alla necessità di rigenerare il Pd». Sui candidati alle amministrative «saremo leali», ma no a «doppie morali» verso «operazioni legittime che dovessero nascere fuori deal Pd». Giacomo Portas, dei Moderati, deputato Pd, propone di «tornare alla politica e lasciare perdere le primarie», quanto allo scontro interno ai dem, «Bersani e Renzi si parlino e troveranno un accordo».

Intanto il caso Napoli è tutt’ altro che risolto. Bassolino dalla sua pagina Facebook ha dato appuntamento ai sostenitori per «sabato ore 10.30 al teatro Augusteo», lanciando l’ hasthag #napoliriparte. Non ha ancora deciso se presentare una lista civica. Chi lo ha sentito dice che è «infuriato» coi vertici del Pd.

«Non si è mai visto che si rigetti un ricorso per una questione di tempo, dopo che quei video sono su tutte le televisioni del Paese». La sensazione, ripete, è che «vogliano far vincere De Magistris». Detto questo, presentare una lista non è semplice.

Significherebbe uscire dal Pd e per un uomo come Bassolino, fondatore del partito, dopo essere stato nel Pci, nel Pds, nei Ds, sarebbe uno strappo anche umano. Intanto vuole tenere sulle corde Valeria Valente, sua ex pupilla, e dimostrare a tutti che senza di lui non si va da nessuna parte.

La vincitrice, intanto, da Radio Radicale lancia un appello all’ ex governatore: «Lavoriamo insieme per costruire un’ alternativa seria e credibile per Napoli, nell’ interesse dei napoletani». Da Roma, intanto, Cesare Damiano, che fa parte della sinistra frm più dialogante, propone che a Napoli si rivoti nei seggi dove sono avvenuti gli episodi contestati.

Fonte Dagospia di Elisa Calessi per Liberoquotidiano

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