Milano 10 Luglio – Uno di noi, uno dei tanti. Un uomo, il viso disegnato dalla fame e dalla fatica del vivere, gli occhi inespressivi e assenti, la giacca incolore e senza tempo. Un vicino di casa, con il pudore di una povertà irrisolvibile, con la stanchezza che trascina i giorni, sempre uguali. Cammina rasente i muri fino alla fermata del tram, ogni mattina, con la pioggia o il sole, nel silenzio di un dramma quotidiano che si ripete. Non passa inosservato: potremmo definirlo un povero vestito di dignità, pulito, ordinato per quell’appuntamento, a poche fermate da casa, con la carità. Ha un posto fisso, vicino ai giardinetti di una periferia milanese, con i giochi per i bambini, i colori delle stagioni che passano e la vita di un mondo che non gli appartiene. Dicono sia stato un moleta, un arrotino bravo nel suo mestiere, dicono sia stato un uomo sempre allegro che amava cantare e ridere e scherzare, dicono che un’artrosi deformante abbia reso inutilizzabili quelle mani d’oro, dicono che la moglie sia malata di demenza senile, dicono che…mio Dio…com’è ingiusta la vita..ma che società è questa che abbandona i vecchi così…ma dove stanno lo Stato, le istituzioni?…che cosa fa il Comune e l’esercito di assistenti sociali pagate profumatamente?
Dicono che da un po’ di tempo non si vede più ed è un amico che manca, così come mancano i fiori, quando l’inverno fa morire i colori.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano