PISAPIA CON IL CUORE IN MANO PER I FIGLI DI IMMIGRATI. E PER I BAMBINI MILANESI?

Milano

Milano 28 Marzo – Della serie “la lingua batte dove il dente duole”: Pisapia si occupa di immigrati o, per la precisione, dei figli degli immigrati perché la sua propensione più intima, la sensibilità del cuore batte là, dove la parola immigrato è un palpito incontrollabile e incontrollato. Il fatto: Pisapia è andato con il cuore in mano in una scuola per consegnare attestati simbolici di cittadinanza ai bambini figli di immigrati e nati in Italia. Ed ha avuto parole di tenera vicinanza “Purtroppo è solo simbolico ma è un gesto comunque importante che fa parte di una campagna più ampia per dire al Parlamento che è urgente intervenire”. Ed ha ribadito che “non è concepibile che in uno stato democratico si debbano aspettare 18 anni per chiedere la cittadinanza e poi altri 2 o 3 anni per averla”. Ne dà notizia Il Giorno che evidenzia l’entusiasmo dei genitori presenti, entusiasti per la promessa del Sindaco “Verrò presto a mangiare con voi”. Un bel gesto, non c’è che dire, ma dove sono i bei gesti per i bambini poveri milanesi, ad esempio, per i genitori che non possono pagare neppure la mensa per i figli? Ciò che non si capisce sono le priorità di questo Sindaco che taglia i sussidi agli anziani indigenti, che non si occupa e preoccupa delle famiglie in difficoltà, ma che ha pensieri gentili e vuol far valere i diritti di una sola categoria di persone, sempre quella. L’emarginazione, il disagio, mi creda, Sindaco Pisapia, non è solo degli immigrati e dei Rom. E se i loro diritti in una società democratica e libera vanno difesi, nei suoi pensieri dovrebbero avere la priorità i diritti dei tanti milanesi che vivono momenti di altrettanta emarginazione per situazioni di povertà o altro. E se i gesti a volte possono esprimere sensibilità e partecipazione, siamo in attesa di un gesto anche simbolico di vicinanza nei confronti delle persone più deboli che sono italiane o, meglio, milanesi.