Milano 8 Marzo – Detesto la mimosa. E’ un fiore giallo che non mi ricorda il sole, senza profumo, senza consistenza. E detesto la festa della donna perché mi sembra discriminante e inutile. Amo, peraltro, essere donna, sto benissimo nell’abito donna, e non sento il bisogno che qualcuno mi parli di pari dignità con l’uomo. Sono una persona donna con la mia dignità, la mia libertà, la coscienza di quel che valgo, la capacità di attraversare la vita con intelligenza, equilibrio, sensibilità. A volte ho sbagliato le scelte, ho creduto e amato in modo affrettato, ho ascoltato chi non meritava di essere ascoltato, ma ho pagato gli errori con la sofferenza e un rinnovato coraggio, ogni volta. Sul mio biglietto da visita potrei scrivere: sono una donna con la stessa faccia da 70 anni, non devo niente a nessuno, ho sempre giocato a carte scoperte, ho vissuto la vita che volevo, non ho avuto paura delle difficoltà e dei fallimenti perché fanno parte della vita, ho cantato, ho riso, ho pianto, ho lottato per quello in cui credo, ho amato senza reticenze: in una parola, ho vissuto.
Anch’io c’ero nel 1968. Ma il movimento femminista mi ha insegnato che ogni rivendicazione deve essere soprattutto personale, che le donne, ciascuna donna, deve battersi per una propria coerenza di vita, deve saper lottare per ottenere ciò che vuole, deve saper gestire la propria libertà, anche sessuale, secondo le proprie inclinazioni e sensibilità. Tantissime altre donne come me ogni giorno amano, lottano e sperano. Con determinazione, con intelligenza, con sensibilità. E, per dirla tutta: “averne di uomini così”, ma non vorrei a mia volta discriminare o essere tacciata come presuntuosa. Il mondo è bello perché uomini e donne hanno colori diversi, offrono fiori diversi, in un canto polifonico che è la vita.
Ma se la festa della donna intende essere un omaggio alla bellezza dell’anima femminile e vuole ricordare agli uomini che la donna va sempre rispettata in ogni latitudine del mondo, ben venga. Ma appare strano che ancora, anche oggi, si debbano evidenziare certi principi e diritti.
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Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano