Milano 8 Marzo – Sarà per quel naso importante che sa fiutare l’aria, sarà perché quel vento del cambiamento sta cambiando non nel senso voluto in campagna elettorale, ma per il disgusto di tanti milanesi, vero è che Pisapia, finalmente, ha constatato che l’aria pesante di Milano non è causata solo dalle polveri sottili, ma ha l’odore del suo fallimento. Non ci voleva la “crapa di Cavour” per capirlo, ma bisogna dargli atto di una certa intuizione, di una certa capacità di analisi. Insomma dopo le tante voci di protesta dei comitati di quartiere, dopo i giudizi negativi e inappellabili di tanti cittadini, dopo le divisioni interne alla sua coalizione, Pisapia pare abbia capito che alla prossima tornata di elezioni, non c’è più “trippa per i gatti” E quasi quasi dispiace, perché sarebbe stato un avversario facile da battere. Forse. Ammesso che il Centrodestra trovi un candidato idoneo e sia compatto. Naturalmente, per ora, l’intenzione di non ricandidarsi è stata pronunciata durante un colloquio privato con il vicesegretario del Pd e plenipotenziario lombardo, Lorenzo Guerini. La dichiarazione sarebbe stata secca: «Non mi ricandido». Lo riferisce il Corriere che specifica: “La stessa frase l’avrebbe ripetuta a un altro paio di interlocutori di peso. Ma sono sempre più insistenti le voci che danno per scontato il passo indietro di Pisapia. E sempre più svariati i motivi che lo determinerebbero. L’ultimo in ordine di tempo: l’enorme fatica di reggere una città metropolitana che già in avvio è pronta a inabissarsi a causa dei buchi di bilancio”.
Paura di annegare in un fallimento tragico e irreversibile? Paura di essere ricordato come il peggior sindaco di Milano? La sinistra, comunque, ha infinite risorse. Risusciterà il circo Barnum delle primarie, più o meno tarocche, pescherà dal cilindro un nuovo coniglio probabilmente figlio di qualche celebrità, con la faccia perbene, possibilmente radical chic. E dirà che ha l’anima gentile, che sa ascoltare la gente, che farà rifiorire Milano e sceglierà il colore della speranza, visto che l’arancione non va più di moda. Un giochino già visto. Si spera che i milanesi abbiano imparato la lezione: con le parole non si governa.
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Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano