Milano 3 Marzo – Pisapia non si smentisce mai. La sua propensione a proteggere extracomunitari o minoranze etniche in senso lato è un sentimento a cui non sa sottrarsi. Niente di male se non fosse che certe normative per via diretta o indiretta danneggiano i milanesi o un settore di cittadini milanesi.
E’ noto, ad esempio, quanto siano già onerose e pesanti le tasse comunali per i commercianti ambulanti, ma nelle nuove disposizioni volute da Pisapia, c’è un vero e proprio accanimento, si direbbe siano l’espressione di un astio personale. Diversamente come spiegare le seguenti normative riferite da Il Giornale?
Vietato l’uso di amplificatori per richiamare l’attenzione della gente.
Vietato montare la bancarella dopo le 8,30 del mattino. L’obiettivo è, secondo il Comune, porre regole certe per evitare polemiche e disordini nei mercati, soprattutto a causa del posteggio, cioè dell’installazione del banco.
Vietato vendere dopo le 20.
Vietato fare sconti su più di cinque articoli esposti.
Il banco non potrà occupare uno spazio superiore agli 8 metri per 3, ogni operatore dovrà raccogliere i rifiuti e gettarli in sacchi acquistati a proprie spese.
E tutti dovranno esporre in evidenza autorizzazione e canone per l’occupazione del suolo pubblico per non incappare in una multa.
Sembra o, meglio, è una vera presa in giro se si pensa all’estrema libertà con cui si posizionano indisturbati gli abusivi che non hanno tasse da pagare, non hanno limitazioni di orari, vendono al prezzo che vogliono, fanno una concorrenza spietata agli ambulanti regolari. Ovviamente non si è mai constatata la volontà del Comune a perseguire l’abusivismo, l’illegalità. Anzi, anche in questi casi, l’occhio benevolo della Giunta Pisapia è coerente con quel “buonismo” che sta rovinando Milano. Perché le sue regole, così minuziosamente decise, sembrano fatte ad hoc per agevolare il commercio abusivo.
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Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano