Milano 10 Gennaio – Per professionisti e autonomi a partita IVA, il provvedimento più rilevante è la riforma del regime dei minimi, su cui fra l’altro il Governo ha annunciato interventi correttivi nel corso del 2015 (a favore, in particolare, dei giovani professionisti). Il nuovo regime prevede che l’imposta forfettaria salga dal 5 al 15%. Non ci sono più limiti temporali né paletti di età, quindi si può rimanere nel regime forfettario fino a quanto sussistono i requisiti di reddito (prima c’era il limite di cinque anni) e decade il tetto dei 35 anni. Per ogni singola attività autonoma o professionale sono fissati specifici massimali di reddito, che vanno dai 15mila ai 40mila euro annui. L’imponibile su cui applicare l’aliquota si calcola applicando coefficienti, anch’essi divisi per tipologie di attività.
L’aliquota sugli e-book è stata equiparata a quella relativa ai libri cartacei, al 4% (dal precedente 22%).
Per il pellet di legno l’aliquota è salita dal 10 al 22%.
Il meccanismo dell’inversione contabile (reverse charge), per cui l’obbligo IVA riguarda l’acquirente e non il venditore, viene esteso a nuove operazioni: prestazioni di servizi di pulizia, di demolizione, di installazione di impianti e di completamento relative a edifici, trasferimenti di quote di emissioni di gas a effetto serra, trasferimenti di altre unità che possono essere utilizzate dai gestori per conformarsi alla direttiva 2003/87/CE e di certificati relativi al gas e all’energia elettrica, cessioni di gas e di energia elettrica a un soggetto passivo rivenditore, cessioni di beni effettuate nei confronti di ipermercati, supermercati e discount alimentari, cessioni di bancali in legno (pallet) recuperati ai cicli di utilizzo successivi al primo.
E’ istituito lo split payment per le operazioni nei confronti della pubblica amministrazione. Sarà l’ente pubblico, e non il fornitore del bene o del servizio, a versare l’IVA direttamente al fisco.
La dichiarazione IVA annuale a partire dall’anno di imposta 2015 (quindi, a partire dalla dichiarazione 2016), non si presenta più con il modello UNICO di dichiarazione dei redditi, ma in forma indipendente. La scadenza sarà l’ultimo giorno di febbraio, e non più il 30 settembre. Questa modifica farà decadere l’obbligo di presentazione, entro fine febbraio, della comunicazione dati IVA.
Infine, c’è una clausola di salvaguardia che mette paura: in base alla quale nel caso in cui non si riesca ad assicurare il rispetto dei saldi di bilancio attraverso altre misure (risparmi di spesa o maggiori entrate), a partire dal 2016 scatteranno aumenti IVA: due punti in più dal 1 gennaio 2016, quindi con aliquote al 12% e al 24%, un altro punto nel 2017, con le aliquote quindi al 13 e al 25%, e un mezzo punto nel 2018 sulla sola aliquota massima, che arriverebbe così al 25,5%.
Nato a Roma, laureato in Giurisprudenza e Scienze Politiche,
ha ricoperto ruoli dirigenziali nella Pubblica Amministrazione.
Attualmente collabora con il Dipartimento Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Milano. E’ autore di numerosi articoli in tema di diritto alimentare su riviste di settore. Partecipa alla realizzazione di seminari e tavole rotonde nell’ambito del One Health Approach. E’ giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia.