Il contatto con la natura, si sa, è sempre ritemprante. Ma a volte può anche essere curativo.
Stiamo parlando dell’importanza che il verde può avere nei processi di guarigione.
Partendo dai giardini dei semplici, la natura ha sempre fatto parte delle strutture ospedaliere fin dai tempi antichi e non solo come fornitura di erbe e principi attivi, ma anche come momento di giovamento nel benessere dei pazienti.
Così sono ritornati in auge i cosiddetti “giardini terapeutici”.
Usati in alcune psichiatrie per rasserenare i degenti, ve ne sono anche nei reparti di radioterapia per cercare di alleviare almeno un po’ l’impatto di cure così invasive.
Studi attestano che stare nella natura, concorre a rigenerare sia i degenti che il personale medico che riduce lo stress lavorativo, ma nei malati soprattutto porta a ridurre il periodo delle cure, alzare il morale, limitare l’uso di farmaci e analgesici e abbreviare la convalescenza.
Una menzione speciale va fatta per i giardini terapeutici allestiti appositamente per i pazienti di Alzheimer.
Si tratta di percorsi specifici per questo tipo di malati che sfruttano l’ortoterapia e hanno dei percorsi ad hoc disseminati di essenze odorose che possono essere annusate da chi li percorre e perché no, anche assaggiate, come salvia, timo, rosmarino e altre erbe aromatiche dato che i pazienti di Alzheimer tendono a portare alla bocca le piante che incontrano.
Oltre a migliorare le funzioni cognitive, è possibile rilevare in essi una maggiore stimolazione delle funzioni cerebrali, della mente a livello creativo, intuitivo e decisionale, del tatto e dell’umore.
Grazie alla frequentazione degli healing garden è possibile rallentare il loro declino cognitivo e favorire la socialità e l’autonomia e si sono visti miglioramenti anche della frequenza cardiaca, uso dei farmaci, pressione e parametri vitali, venendo a calare l’agitazione tipica che contraddistingue questi pazienti.
Anche l’aggressività che caratterizza i malati di Alzheimer tende a diminuire, mentre viene assecondata, attraverso il passeggiare tra le aiuole, il cosiddetto “wandering” cioè il “vagabondaggio”, la tendenza a percorrere distanze a piedi in maniera afinalistica tipica della malattia.
Esistono poi anche i Giardini del Commiato, che accompagnano grazie alla loro struttura e alle piante e fiori delle siepi presenti, i parenti che hanno perso una persona cara, favorendo l’introspezione e aiutando ad elaborare il lutto.
Eleonora Prina
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