Un tavolo di confronto: però, per ora, più un match che un dibattito istituzionale, col doveroso fair play dei dibattiti politici in uso nei consigli di zona. L’irruenza dei biker milanesi e la pacatezza della assessora alla mobilità Censi si sono incontrati e hanno dialogato, e si spera continueranno nel prossimo mese in vista del muovo raduno dei biker previsto per sabato 15 marzo.
In discussione, all’ombra di un possibile referendum cittadino, il presunto inquinamento di un milione di moto euro 0, 1, 2 ( e nel 2028 anche euro 3 ) che tra poco non potranno più circolare a Milano. Tutta Italia sta seguendo il dibattito, in quando l’ordinanza del comune di Milano è stata già copiata da diverse amministrazioni della penisola. Ma può la capitale del motociclismo mondiale, cioè Milano con il salone annuale Eicma, colpevolizzare cosi le moto?
E’ successo giovedì sera al consiglio di zona 3, a Milano. Qui la assessora Censi ha minimizzato il problema di questo divieto, ma, dati alla mano (fonte Aci) Lorenzo Giacchini del movimento Divieto ha letto i dati ufficiali: le moto in Lombardia da rottamare sarebbero più di un milione, pari al 47 per cento del parco circolante. Gli incontri continueranno? Il buon senso direbbe di sì.
Il lambrettista Sala smentirà la sua assessora alla Mobilità? Una curiosità: Arianna Censi abita ad Opera, che con una sua strada provinciale che proviene dalla Val Tidone immette ogni mattina migliaia di pendolari verso Milano: non esistono mezzi diretti, e ogni mattina e ogni sera via Ripamonti è un inferno di automobili e di inquinamento. Chi può arriva al lavoro a Milano in moto o in scooter, ma con le nuove norme volute dalla Censi il traffico automobilistico raddoppierà. Un caos creato da una miope follia ultra green: a meno che il milione di motociclisti lombardi passi alla bicicletta. Ma è fattibile un fiume di ciclisti infreddoliti nella nebbia e nel freddo mattutino delle marcite lombarde? Probabilmente un referendum cittadino promosso dai biker milanesi chiarirà il dilemma.