Space tourism: il viaggio spaziale che ridefinisce il futuro dei viaggi

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Dal sogno di Verne al primo passo sulla Luna: come il fascino dello spazio ha ispirato l’esplorazione umana e il turismo spaziale

“Il globo lunare, allora a otto gradi e trentacinque minuti di distanza dal suo apogeo, appariva splendidamente illuminato dai raggi solari. Era un disco di argento abbagliante, e Barbicane lo fissava come si guarda un amico che si vuole raggiungere.”— Jules Verne, “Dalla Terra alla Luna”.

Il fascino della Luna, descritto da Verne, è diventato realtà quando Neil Armstrong posò il piede sulla Luna nel 1969 e pronunciò le storiche parole “Questo è un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l’umanità”. Oggi, quell’aspirazione si spinge oltre: fluttuare nello spazio – con la Terra che brilla sotto di te e l’infinito universo davanti – non è più fantascienza. L’esempio più recente di questo nuovo capitolo di esplorazione è la missione Crew-9, lanciata il 28 settembre 2024 da SpaceX, l’azienda di Elon Musk. A bordo della capsula Crew Dragon, due astronauti, l‘americano Nick Hague e il russo Aleksandr Gorbunov, hanno intrapreso un viaggio verso la Stazione Spaziale Internazionale, con l’obiettivo di riportare sulla Terra nel 2025 i cosmonauti della missione Boeing Starliner.

Dai pionieri ai protagonisti del turismo spaziale

Richard Branson

L’imprenditore americano Dennis Tito nel 2001 pagò 20 milioni di dollari per una settimana a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), nel 2004, SpaceShipOne segnò una pietra miliare con il primo volo spaziale privato. Da quel momento, aziende come SpaceX, Virgin Galactic e Blue Origin hanno preso il comando di una nuova corsa verso le stelle.

Non tutte le iniziative sono state esenti da ostacoli: Virgin Galactic, ad esempio, ha vissuto un drammatico incidente nel 2014, quando un errore umano portò alla disintegrazione del veicolo Space Ship Two, causando la morte di uno dei piloti. Nonostante questa tragedia, l’azienda ha continuato a sviluppare il proprio progetto e nel 2021 ha completato il primo volo con equipaggio, portando lo stesso Richard Branson nello spazio. “Quando le persone vedono la Terra dallo spazio – ha dichiarato l’imprenditore britannico –  tornano cambiate. La percezione del pianeta come fragile e senza confini diventa molto più reale, e chi fa questa esperienza spesso sente il bisogno di proteggerlo. Questo è uno dei motivi principali per cui credo nel turismo spaziale: permette alle persone di vedere il nostro pianeta da una nuova prospettiva, contribuendo a un cambiamento di mentalità verso la sua tutela”.

Jeff Bezos

Blue Origin, fondata da Jeff Bezos, ha avuto un percorso più lineare: nel 2021, la capsula suborbitale New Shepard ha completato con successo il suo primo volo turistico, a cui ha partecipato lo stesso Bezos, seguito da celebrità come William Shatner. Infine, SpaceX ha superato le aspettative con la missione Inspiration4, il primo volo orbitale composto esclusivamente da civili, segnando un nuovo capitolo per il turismo spaziale.

Oltre l’orbita: verso soggiorni nello spazio e colonizzazioni planetarie

Oggi i voli spaziali si dividono principalmente in voli orbitali e suborbitali, che raggiungono altitudini e obiettivi diversi. I voli orbitali si spingono solitamente a un’altitudine compresa tra 400 e 1.200 chilometri sopra la Terra, con alcune missioni che superano anche queste altitudini, come quelle dirette alla Stazione Spaziale Internazionale, che orbita a circa 400 chilometri.

Elon Musk

In questi voli, il veicolo spaziale raggiunge una velocità di circa 28.000 chilometri all’ora, che gli consente di rimanere in orbita attorno alla Terra per più rivoluzioni. I voli orbitali richiedono maggiore energia e complessità rispetto a quelli suborbitali, con missioni che possono durare da poche ore a diversi giorni, come nel caso della missione Inspiration4 di SpaceX. D’altro canto, i voli suborbitali raggiungono solitamente altitudini che variano tra 80 e 100 chilometri, appena oltre la linea di Kármán, il confine convenzionale dello spazio a 100 chilometri.

Tuttavia, a differenza dei voli orbitali, i voli suborbitali non raggiungono la velocità necessaria per completare un’orbita attorno alla Terra. Dopo aver raggiunto la massima altitudine, il veicolo ricade verso il suolo, offrendo ai passeggeri l’esperienza della microgravità e una vista dello spazio per pochi minuti. Questi voli, come quelli offerti da Virgin Galactic e Blue Origin, durano in totale solo pochi minuti, con 4-5 minuti di assenza di gravità. Per esempio, la missione Inspiration4 di SpaceX ha portato i passeggeri a orbitare intorno alla Terra a un’altitudine di circa 585 chilometri per tre giorni, mentre i voli suborbitali di Blue Origin, come quelli con il razzo New Shepard, raggiungono circa 100 chilometri di altitudine e offrono un’esperienza di microgravità per pochi minuti.

L’economia spaziale: un settore in rapida crescita

L’economia spaziale, secondo l’OCSE, comprende tutte le attività pubbliche e private legate all’esplorazione, utilizzo e gestione dello spazio, tra cui lo sviluppo di tecnologie, servizi e conoscenza scientifica. Si suddivide in attività “spazio per la Terra”, come telecomunicazioni e osservazione satellitare, e “spazio per lo spazio”, che include lo sviluppo di prodotti e servizi per l’uso nello spazio, come il turismo spaziale. Quest’ultimo, seppur ancora un piccolo sottosettore, è in rapida crescita e si prevede che contribuirà in modo significativo all’economia spaziale.

Nel 2021, il turismo spaziale ha registrato una quota di mercato globale di 598 milioni di USD, con il settore commerciale che ha dominato con il 56,7%. Virgin Galactic, Blue Origin, SpaceX e NASA sono tra i principali attori che hanno intrapreso missioni di voli spaziali per trasportare turisti non astronauti nello spazio, segnando un rapido sviluppo di questo mercato. Si prevede che il turismo spaziale crescerà ben oltre il semplice desiderio di viaggiare nello spazio, con voli spaziali orbitali che prevedono che i turisti restino nello spazio per un certo periodo di tempo: Voyager Station– il primo hotel spaziale in assoluto – aprirà nel 2027 e ospiterà circa 400 turisti.

La regolamentazione del turismo spaziale

L’espansione del turismo spaziale solleva un’importante domanda: come regolare legalmente le attività nello spazio? Attualmente, il quadro normativo spaziale è frammentato e spesso obsoleto, essendo stato sviluppato durante l’epoca in cui solo gli Stati nazionali si impegnavano nelle esplorazioni spaziali.

Il diritto spaziale internazionale, come il Trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967, fu concepito in un contesto in cui le attività nello spazio erano dominate dalle grandi potenze mondiali. Tuttavia, con l’ingresso di attori privati nel settore, emerge l’urgenza di aggiornare questo quadro legale per includere questioni come la responsabilità per danni, la sicurezza dei passeggeri e i diritti dei turisti spaziali. Ad esempio, quali regole devono applicarsi in caso di incidenti nello spazio? Quali obblighi devono assumersi le compagnie che organizzano voli spaziali?

Negli Stati Uniti, il Commercial Space Launch Amendments Act del 2004 ha iniziato a colmare alcune lacune, richiedendo che i partecipanti ai voli spaziali siano informati sui rischi e firmino un consenso informato. Tuttavia, a livello internazionale, manca ancora una regolamentazione chiara e unitaria che possa armonizzare le diverse leggi nazionali e garantire uno sviluppo sostenibile e sicuro del turismo spaziale.

Space tourism e sostenibilità

Con il crescente interesse per i viaggi spaziali privati e il turismo orbitale, aumentano anche le preoccupazioni su come queste attività possano influenzare negativamente l’ambiente e, più in generale, l’ecosistema spaziale. Uno dei maggiori problemi relativi alla sostenibilità del turismo spaziale è l’impatto ambientale causato dai lanci di razzi. I lanci spaziali, soprattutto quelli a base di combustibili fossili, contribuiscono al riscaldamento globale. Un altro aspetto cruciale è la proliferazione dei detriti spaziali. Ogni lancio spaziale comporta il rilascio di frammenti, detriti e pezzi di razzi in orbita. Con l’aumento dei voli spaziali, c’è il rischio che questi detriti possano accumularsi, causando collisioni tra satelliti e altri veicoli spaziali, creando ulteriori frammenti e amplificando il problema. La “Sindrome di Kessler” (una situazione in cui la densità dei detriti spaziali in orbita bassa diventa talmente alta da causare una reazione a catena di collisioni) è una possibilità reale che potrebbe rendere alcune aree dello spazio inutilizzabili. Un altro aspetto importante è l’accessibilità economica: attualmente i voli spaziali sono riservati a una ristretta élite di persone, con costi che superano milioni di dollari. Tuttavia, questo scenario non è molto diverso da quello dei voli aerei di circa vent’anni fa, quando volare era considerato un lusso riservato a pochi, con biglietti estremamente costosi. Grazie alla concorrenza, allo sviluppo di nuove tecnologie e alla riduzione dei costi di produzione, i voli aerei sono diventati gradualmente accessibili alla massa.

È ragionevole pensare che il turismo spaziale seguirà un percorso simile. Nei prossimi decenni, con l’aumento della concorrenza tra aziende come SpaceX, Blue Origin e Virgin Galactic, i costi di accesso allo spazio dovrebbero diminuire progressivamente. Le innovazioni tecnologiche, come i veicoli riutilizzabili, contribuiranno ulteriormente ad abbassare i costi di lancio, rendendo i viaggi spaziali sempre più accessibili a una fetta più ampia di popolazione. Proprio come l’aviazione commerciale ha rivoluzionato il modo in cui viaggiamo, il turismo spaziale ha il potenziale per diventare un’industria sostenibile e inclusiva nel lungo termine, offrendo a sempre più persone l’opportunità di esplorare lo spazio.

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