MilanoPost Andrea Bacchetti con la violinista Tetyana Fedevych

Portare la musica classica nei bar della periferia in agosto è possibile. L’esperimento di Gianfranco Messina

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Nell’assolato  agosto,  tra  calura e zanzare,  davanti a una piccola panetteria con quattro tavolini e un ombrellone, lontani dal centro, dalle sirene dello shopping e delle carovane di turisti frettolosi ecco che risuonano due violini. Ma non sono due artisti di strada quelli che si esibiscono. Il professore  del Conservatorio riconoscerà un pezzo  di Bela Bartok: ma qui non siamo alla Scala, siamo in periferia a quattro salti dal triste boschetto di Rogoredo, zona Corvetto, zona della mala.

MilanoPost Francesco Caputo e Monica Vacatello
I violinisti Francesco Caputo e Monica Vacatello

Che succede? Il piccolo borgo di Chiaravalle è silente nel digestivo pomeriggio eppure  i due musici temerari al volino (Francesco Caputo e Monica Vacatello) dopo Bartok annunciano il Duetto n.1 di Bartolomeo Campagnoli, autore di fine Settecento- inizio Ottocento,  del tutto sconosciuto ai milanesi  del centro e della periferia.

Succede (e il merito va al Municipio 5) nella piazzetta del borgo di Chiaravalle, che per tre appuntamenti ha provato ad ospitare in questa caldissima estate “la classica” nei piccolissimi  giardini affacciati sulle rogge intorno alla Abazia  e nell’unico  baretto aperto.

Chiaravalle è un dormitorio schiacciato tra Rogoredo Rozzano e san Donato: c’è un piccolo alberghetto che sembra un boutique e un centro per minori non accompagnati gestito dai fratelli di san Francesco; nel borgo all’ombra della celebre Abazia convivono fianco a fianco  lussuosi condomini in finto  stile medievale e case popolari, cascine riadattate, case coloniche,  e case di ringhiera. Giornalisti, scultori, intellettuali, monaci, architetti…una piccolissima Capalbio meneghina  con 40 nuovi bambini e nessun asilo.

Il cronista si avvicina incuriosito, chiede ai musici il loro nome, quale lo scopo.. Il piccolo concerto di musica classica, insolito e prezioso, continua  fino al tardo pomeriggio nel calore di agosto non mitigato dalle rogge e dai boschi di olmi che circondano il borgo. Ed ecco il miracolo.. è sabato pomeriggio, ma i rari passanti si avvicinano timidi e incuriositi … e restano ad ascoltare, ipnotizzati e ammaliati, il duo. Il pubblico si ingrossa.

MilanoPost Gianfranco Messina
Gianfranco Messina

E’ possibile allora esportare la classica fuori dai teatri? All’ora dell’aperitivo, e per giunta in un bar che offre tramezzini e birra? Gianfranco Messina, violinista, pianista e compositore giura di sì. E’ lui che ha organizzato l’esperimento musicale.

Nel bar, è la volta di un allievo di Luciano Berio e di Herbert von Karajan.. Nientepopodimeno che il  pianista Andrea Bacchetti. Lui plana dai palcoscenici internazionali  (ha suonato con  i Solisti Veneti e al festival di Spoleto) al baretto con tramezzini, monta la sua tastiera portatile e suona Bach.

E’ la volta di un duetto  con la violinista  ucraina Tetyana Fedevych. Il cronista apprende. I pezzi eseguiti da Bacchetti e Fedevych insieme: Liebesleid di F.Kreisler, Maedchen Walzer di Gianfranco Messina e Méditation de Thaïs di J.Massenet.

Un diluvio di applausi: è il tramonto. Il bar deve chiudere, la fiaba per il momento finisce a Chiaravalle. Ma Messina è intenzionato a riproporre “ la classica” in tutti i parchetti dismessi e segreti che offre la periferia milanese.

Un piccolo ensemble degno del festival di Spoleto nel bar sotto casa è un avvenimento  da registrare per i posteri.  E per gli altri immobili  Municipi di Milano che hanno tesori verdi da riempire di musica.

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