Carini

Scandalo Olimpico: tutto quello che sappiamo sulla sconfitta di Carini

Attualità Sport

46 secondi. Tanto è durata la boxeur Carini contro Imane Khelif, pugile tunisino. Sì, sto usando il maschile. No, non è un errore. Imane Khelif è un uomo. Un uomo malato, con una patologia genetica che non dubito sia stata uno choc da scoprire. Ma resta un uomo. Sui giornali ne avrete lette di ogni, probabilmente. Quanto riporto è l’ultima versione, spero la più completa, che spiega questa storia. Assurda, per un certo lato. Tragica per ogni altro.

Prima di tutto, Imane Khelif non è transessuale. Secondo quanto ci è stato possibile ricostruire è affetto dalla sindrome di Swyer, un errore di codifica genetica che non fa sviluppare gli organi sessuali maschili. Ma che non impedisce alle ghiandole surrenali di produrre testosterone. Questo spiega assolutamente tutto: perché all’anagrafe sia stato registrato come donna, perché ci siano foto sue in cui appare come una bella bambina, perché nessuno lo potrebbe scambiare con una donna oggi.

Spiega anche perché sia stato squalificato dai mondiali di boxe. E perché il comitato scientifico della IBA non abbia testato il testosterone: non serviva. È bastato un test del DNA per capire che non era una donna. Questo spiega, molto tristemente, perché il CIO non abbia potuto impedire che combattesse contro la nostra Carini. Essendo registrato all’anagrafe come donna dalla nascita, il testosterone, se non assunto da fonti esterne, è irrilevante. Quindi attorno a Imane Khelif si è creato un vuoto di regole che ha consentito questo incontro.

Un vuoto di regole assolutamente ridicolo, perché si sarebbe potuto facilmente evitare con un test del DNA. Cosa, però, esclusa da chi vuole i transessuali a gareggiare con le donne. Eccovi, dunque, serviti una caso in cui l’ideologia woke produce danni enormi senza esservi direttamente coinvolta. Perché, lo ripetiamo, Imane è registrato alla nascita come donna. Non ha subito alcuna operazione di riassegnazione del sesso. Non ne aveva alcun bisogno.

Però questo ci fa vedere, con assoluta chiarezza, quanto l’uso del testosterone come criterio di esclusione alle Olimpiadi sia assurdo. Speriamo lo vedano anche gli organizzatori prima che ci scappi il morto.

P.S. Altro lato tragico: avete presente quelli e quelle che dicono frasi del tipo “alcuni uomini hanno la vagina, fatevene una ragione”? Ecco, oggi stranamente sono tutti spariti. Chissà come mai…

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