Di Claudio Bernieri
Parlare di Vince Tempera, all’anagrafe Vincenzo Tempera è come entrare in una enciclopedia: tastierista, arrangiatore, compositore, direttore d’orchestra. Famoso per essere stato autore o coautore di diverse sigle di cartoni animati degli anni settanta e ottanta, da Ufo Robot, Goldrake a Anna dai capelli rossi….è stato anche al centro di una curiosa polemica: accusato di aver plagiato Bandiera Rossa componendo la sigla di Anna dai capelli rossi. Eccolo nel 1970 che si occupa degli arrangiamenti dell’album Terra in bocca dei Giganti e di L’isola non trovata di Francesco Guccini, eccolo in tv, con il più grande successo nel 1978: la sigla Ufo Robot, scritta insieme a Luigi Albertelli e Ares Tavolazzi, che ottenne il Disco d’oro, superando il milione di copie vendute.
Lo incontriamo durante le prove al Don Lisander, il locale di tendenza medioalto, nel cuore di Milano, a due passi della Scala, che ai cultori della Dolce Vita offre cene d’autore e musica raffinata.
Ma l’essenza dei suoi ricordi, che potrebbe essere il titolo di un romanzo sul “cantar leggero” come definiva Lucio Battisti il mestiere di cantautore, è tutta lì, in una frase che Tempera consegna alla storia, mentre lo intervistiamo in una sosta delle prove: “Lanciare una canzone di successo è un po’ come giocare a poker..”.
E’ vero, sono solo canzonette, come cantava Bennato, ma per vendere un milione di copie occorre avere la carta giusta dal destino. E Tempera in questa lunga intervista clamorosa, ci racconta il perché.