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Disabilità e autismo, Assonidi: aumentano richieste inserimento bambini fragili

Lombardia

Negli ultimi cinque anni i servizi educativi per l’infanzia privati in Lombardia hanno riscontrato un aumento delle richieste di accoglienza di bambini che presentano fragilità e anche disabilità. È quanto emerge da un’indagine di Assonidi, l’Associazione degli asili nido e le scuole dell’infanzia privati, aderente a Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza. Nelle strutture educative intervistate – un campione di 100 attività – il 32% ha ricevuto richieste d’accoglienza di bambini con fragilità/disabilità di casi già diagnosticati, il 34% ha invece riscontrato e/o diagnosticato la fragilità/disabilità durante la frequenza della struttura educativa. Quindi, due strutture educative lombarde su tre hanno a che fare con problemi soprattutto di fragilità e ritardi. Tra gli asili nido/scuole d’infanzia che hanno dichiarato di aver ricevuto richieste di accoglienza, per il 35% si è trattato di un bambino con un disturbo dello spettro autistico (per il 24% due bambini con questo disturbo, per il 12% tre o più bambini). Tra le altre fragilità con maggiore incidenza, il ritardo psicomotorio (almeno un caso segnalato dal 32%) e il ritardo del linguaggio (almeno un caso segnalato dal 27%). L’aumento delle richieste di accoglienza – secondo Assonidi – è probabilmente legato ad una sempre maggiore tempestività diagnostica, nonché ad una più attenta sensibilità sul tema delle disabilità in età infantile. In molti casi – sottolinea inoltre l’Associazione – un tempestivo intervento seguito da un adeguato supporto specialistico può portare a mitigare o risolvere alcune delle criticità riscontrate. Come richiesto dalle ATS, la totalità delle strutture – rileva Assonidi – redige un progetto educativo individuale per i bambini che presentano disabilità, anche se per il 55% delle strutture emerge la necessità di un miglioramento dei piani elaborati. Occorre maggiore formazione: Assonidi ha perciò già avviato delle interlocuzioni con alcune realtà di eccellenza che si occupano di disabilità in età infantile per strutturare una nuova area formativa dedicata al tema della disabilità al nido. “Le istituzioni – rileva Paolo Uniti, direttore di Assonidi – devono ripensare la spesa pubblica destinando una parte dei finanziamenti anche ai servizi educativi privati al fine di garantire un adeguato supporto a tutti i bambini che presentano fragilità. Occorrerebbe anche una maggiore informazione alle famiglie che molte volte si rivolgono direttamente al gestore per avere informazioni”. “Occorre ripensare – conclude Federica Ortalli, presidente di Assonidi – i percorsi di presa in carico dei bambini con fragilità in un’ottica sinergica tra i soggetti coinvolti, cioè strutture sanitarie, pediatri, famiglie e coordinamenti pedagogici dei servizi educativi privati”.

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