
Altiero Spinelli, Vera Vigevani Jarach, Jurij Dmitriev e Narges Mohammadi sono le figure che verranno onorate come nuovi Giusti nel 2024. Lo ha deciso l’Assemblea dell’Associazione per il Giardino dei Giusti di Milano – formata dalla Fondazione Gariwo, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e il Comune di Milano – che ha scelto anche il tema per le celebrazioni del 6 marzo al Giardino del Monte Stella di Milano.

La Giornata dei Giusti dell’umanità 2024 sarà titolata “Memoria e responsabilità. L’esempio dei Giusti davanti alle sfide del nostro tempo”.
Ancora oggi abbiamo bisogno di questi punti di luce che forniscono, in tempi difficili, una scia da seguire. Purtroppo, l’Europa e il mondo sono terreno di guerre e campagne d’odio che stanno colpendo prima di tutto i più fragili, bambini e civili. I Giusti sono persone che hanno lottato contro l’odio e la guerra per un mondo migliore. Al loro esempio dovremmo ispirarci tutti”. “Il Giardino dei Giusti ha una funzione unica nella nostra città e rappresenta un esempio di eccellenza per tutto il nostro paese – spiega Gabriele Nissim, presidente della Fondazione Gariwo -.

Di fronte a ogni forma di odio che colpisce le donne e gli uomini in ogni parte del mondo dal Medio Oriente, alla Russia, all’Ucraina, all’Armenia, all’Argentina fino alla nostra Europa, il Giardino insegna la speranza e la fiducia nell’umanità attraverso il racconto delle figure morali del nostro tempo. Il nostro messaggio è quello di trasmettere una idea che possa essere raccolta da ogni giovane e cittadino nella sua vita quotidiana.

Per questo ricordare nella cerimonia del 2024 Vera Vigevani Jarach, anima della ricerca dei desaparecidos in Argentina, Altiero Spinelli, il protagonista della nuova idea di Europa dopo la Seconda guerra mondiale, Narges Mohammadi, premio Nobel per la pace anima della lotte in Iran, oggi ancora reclusa in prigione, e lo storico russo Jurij Dmitriev, condannato a 15 anni di colonia penale per il suo lavoro di documentazione sui gulag di fronte alla cancellazione voluta da Putin, è uno stimolo per il nostro impegno per la democrazia, il rispetto dell’altro e una vita che consideri la solidarietà il modo migliore di fare il nostro mestiere di uomini, come insegnavano Seneca e Marco Aurelio che ci ammonivano a non chiuderci nel nostro ego”.
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