Cosa resta delle colonie estive per i bimbi di Milano?

Milano

In epoca di denatalità, la richiesta di servizi per le famiglie è strettamente collegata con l’uscita dal tunnel che ci sta portando all’estinzione. Ognuno deve fare la propria parte. Cosa stia facendo il Comune di Milano lo si è visto sul caro asili e sui posti insufficienti per i bimbi milanesi. Adesso si apre anche il tema delle colonie estive. Ce ne parla Franco Vassallo Responsabile per le politiche abitative e decentramento del coordinamento cittadino di Milano di NOI MODERATI:

“Le colonie estive non sono un residuo del passato. Sono un presidio fondamentale per i bambini meno fortunati milanesi. Con le estati sempre più calde, infatti, chi non può allontanarsi rischia di restare isolato nei mesi che dovrebbe vivere in maniera più spensierata. A tacere del fatto che ormai si lavora dodici mesi all’anno, ma le scuole continuano a chiudere a giugno e riaprire a settembre. Lasciando ai bambini poche alternative: frequentare i campi parrocchiali o restare incollati davanti a televisione e videogiochi per lunghe ore.

Il Comune di Milano aveva, e in parte ha ancora, una soluzione per tutto questo. Le sue case vacanze sono sempre state un fiore all’occhiello per la soluzione di un problema non di oggi. Purtroppo negli anni molto si è perduto. Dal sito del Comune di Milano apprendiamo che ciò che resta è il seguente:

“Case Vacanza di Ghiffa (VB), Marina di Massa (MS), Pietra Ligure (SV), Vacciago (NO) e Zambla Alta (BG), della durata di 12 giorni, a bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni, che hanno frequentato la scuola primaria o la scuola secondaria di primo grado nell’anno scolastico 2022/2023.”

Non poco, ma nemmeno abbastanza. Infatti ci sono delle graduatorie, delle vere e proprie lotterie a cui devono sottoporsi i bambini milanesi. Col rischio, che si concretizza ogni anno, che in centinaia restino esclusi. Sarebbe, forse, il caso di pensare ad ampliare l’offerta, anche per non trovarsi davanti a guerre tra poveri come quelle a cui si è assistito l’anno scorso tra bimbi milanesi e piccoli profughi ucraini. Occasione in cui, peraltro, alcuni politici del PD non hanno fatto una grandissima figura.

Mi si risponderà che i soldi mancano. Quelli mancano sempre, quando si tratta di venire incontro alle esigenze delle famiglie. Ma per le piste ciclabili, l’urbanistica tattica e altre discutibili iniziative si trovano invece sempre. Diciamocelo, c’è un elemento ideologico forte. I figli, per una parte della maggioranza, si possono comprare, ma poi diventano un problema dell’acquirente. Per fortuna nemmeno nel PD questa posizione è unanime. Ancora molto c’è da fare, però, per proteggere il nostro futuro”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.