All’ex Macello progetti futuri e Fuorisalone di qualità confinano col campo nomadi

Fabrizio c'è Milano
Periodo di Salone del Mobile. La città brulica di eventi, di visitatori stranieri e di stampa.
Uno dei luoghi cult di questa edizione sarà l’ex Macello, un’area di proprietà comunale a lungo affidata a Sogemi dove si svolge la rassegna “Alcova”, che per il quinto anno sceglie luoghi iconici e dimenticati della periferia.
Dopo il Salone 2023, l’area sarà oggetto di un intervento di Redo, colosso dell’housing sociale e si spera di riqualificare questa gigantesca area dismessa e abbandonata. Saranno passati 25 anni dalla fine delle attività di macellazione e vendita delle carni e 10 dalla occupazione di alcune palazzine da parte del centro sociale Macao! Meglio che niente si dirà…
Prima di questi lunga è complessa riqualificazione urbana, un gruppo di studi di architettura guidato da “Design Caviar” hanno scelto il luogo emblematico per ospitare temporaneamente nei vecchi e diruti padiglioni del Macello.
Espongono designers, brand e centri di ricerca sul design. Una buona idea per riscoprire un’area abbandonata e anche per ricordare quanto erano lungimiranti gli amministratori del dopoguerra che vollero edificare una città Annonaria.
L’atmosfera creativa e internazionale di Alcova deve però convivere, ai suoi confini, con un ricorrente fenomeno di degrado milanese: sul confine nord del Macello, in Via Azzurri d’Italia, in un’area di parcheggio destinata a espositori e designer, si sono piazzate una decina di roulotte di nomadi  con relative masserizie.
Speriamo che il Comune sia celere nel riportare la legalità in Via Azzurri d’Italia e destinare il parcheggio alla sua funzione che non è il campo Rom. Peraltro, oltre al disagio dei residenti, occorre assolutamente evitare che migliaia di blogger, giornalisti, troupe di tutto il mondo vedano in quale condizione da favelas versano alcuni ambiti  di pregevole archeologia industriale milanese.
Questo è il video inviato da un nostro lettore.

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