Indagine CamCom Milano: preoccupano le imprese vandalismi, baby-gang e furti

Società

 “I dati rilevano una situazione soddisfacente del livello di sicurezza, con la metà delle imprese che non ha subito reati, ma non mancano segnali di criticità se raffrontati al sentiment pre-pandemia: riguardano in particolare gli atti vandalici, i furti e fenomeni in aumento come le baby gang. E per oltre l’80% degli imprenditori abusivismo e contraffazione sono in crescita”. Lo ha dichiarato il vicepresidente di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, Mario Peserico, commentando l’indagine “Allarghiamo i confini della legalità” realizzata dalla sua organizzazione in collaborazione con Indicam e Netcomm e e presentata oggi nella sede milanese di Confcommercio in occasione dell’iniziativa “Legalità, ci piace!”. In una nota, Confcommercio ha precisato che “questa indagine consente di valutare le risposte formulate dagli imprenditori rispetto a quanto era emerso in una differente analisi compiuta nel 2019”. Fra gli indicatori che possono misurare la sicurezza sul territorio emergono soprattutto negozi sfitti (34%), atti vandalici (30%), furti negli esercizi commerciali (26%), venditori abusivi (23%), scippi e borseggi (20%), spaccio di droga (19%), baby gang (11%). E su alcuni di questi indicatori il raffronto con il 2019 è negativo: gli atti vandalici, passati dal 13,8 pre Covid al 30%, e il fenomeno delle baby gang arrivato al 11% contro il 3,1% del 2019. Va comunque ricordato che in quest’indagine il 31% non ha segnalato situazioni critiche di sicurezza sul territorio.  

Il 47% degli imprenditori (o i loro collaboratori) ha spiegato di non aver subito alcuno dei reati presi in esame nell’indagine. Le maggiori segnalazioni riguardano i furti in esercizi commerciali (27%), gli atti vandalici (20%), le truffe (11%), l’abusivismo (6%) e le rapine (6%). Ed anche in questo caso è possibile un raffronto con il 2019: in crescita i furti (20,9% tre anni fa), gli atti vandalici (erano il 12%), le truffe (8,2% nel 2019) e l’abusivismo (2%). Abusivismo e contraffazione sono fenomeni che gli imprenditori indicano in aumento (81% abbastanza e molto d’accordo) e il 39% afferma di essere entrato in contatto con prodotti contraffatti (dagli agenti e rappresentanti di commercio le maggiori segnalazioni in questo senso: 56%). Gli effetti di contraffazione e abusivismo pesano sull’attività in particolare per la concorrenza sleale (63%) e contribuiscono a ridurre il fatturato (22%). La percezione di forme di esercizio abusivo della professione (segnalata dal 49% delle imprese che hanno risposto all’indagine) coinvolge soprattutto gli agenti e rappresentanti di commercio (59%) e i servizi (53%). “Alla domanda se il rischio rappresentato da fenomeni malavitosi avesse fatto considerare la possibilità di trasferire o cedere l’attività, soltanto l’1% ha segnalato questa decisione e il 5% ci sta pensando” ha spiegato Confcommercio Milano, aggiugendo che “per il 79% non vi è intenzione né di trasferire né di chiudere, eventualità presa invece in considerazione dal 15% per altri motivi”.

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