E arrivò Sala, la mobilità dolce nel segno di un green tutto da vedere, ma non da condividere, perché sembra ideato per peggiorare il traffico, non abbassare lo smog, ridurre le possibilità di commercio, rendere insomma la vita dei milanesi ancora più complicata. Ha ammazzato i parcheggi, ha governato un traffico artificiale, illogico e fuori dalla realtà per rispettare un’ideologia pianificata senza buon senso.
Libero ha verificato e pubblicato, cronometro alla mano, i percorsi peggiorati: “ Ecco le vie dove il sindaco ha creato più traffico.
Code e caos per le strettoie causate dalle ciclabili: in Fatebenefratelli 9 minuti per fare 300 metri, all’Isola 8 minuti per farne 500 tarda mattina, ben lontano dall’ora di punta. Il traffico, nel tratto orientale della cerchia dei Navigli, è piuttosto scorrevole. Appena dopo piazza Cavour, però, dal nulla si forma un ingorgo di traffico impressionante. Si procede a passo d’uomo, gli automobilisti strombazzano, ma è tutto inutile. Ci vorranno più di 9 minuti per percorrere i trecento metri di via Fatebenefratelli compresi tra l’incrocio con corso di Porta Nuova e quello con via San Marco. Arrivati lì, l’incastro di lamiere si dissolve nel nulla e via Pontaccio si percorre che è un piacere, in una trentina di secondi. Quel che sembra impossibile, ovvero creare dal nulla il caos, è riuscito all’amministrazione Sala in tante strade della città, come via Fatebenfratelli, che sono state trasformate in autentici imbuti per le auto che vi transitano. Merito, si fa per dire, delle corsie ciclabili realizzate adibendo con una semplice pennellata di vernice per terra una parte della carreggiata alle due ruote. Il caso di via Fatebenefratelli è ancora più complesso, nel senso che laddove prima passavano solo le auto, oltre a due corsie ciclabili (una per senso di marcia), è stata mantenuta anche una corsia per la sosta di auto e moto. In pratica, da due corsie abbondanti (quali ci sono in quasi tutta la circonvallazione dei Navigli), ci si trova a procedere su una sola, con tempi di percorrenza doppi rispetto a quelli precedenti. Il groviglio di auto più spettacolare, però, è quello di corso Buenos Aires. Parliamo, qui, non di qualche centinaio di metri, ma di un chilometro e 600 metri di strada. Fino a un anno fa, lungo tutta l’arteria, che è una delle più importanti per l’accesso al centro città, c’erano almeno due corsie per senso di marcia, con slarghi i prossimità di alcuni incroci. La realizzazione di due corsie ciclabili (una per lato della carreggiata) ha fatto sì che ora quasi tutto il corso sia a una corsia sola per senso di marcia. Ieri, poco prima delle 12 (quindi in un orario tutt’altro che di punta), il percorso da piazza Oberdan a piazzale Loreto ha richiesto 9 minuti, quello inverso 10 minuti e 30 secondi. Ma nelle ore di punta si supera abbondantemente il quarto d’ora. Chi poi volesse darsi il tormento ancora un po’, può proseguire lungo corso di Porta Venezia dove, passata via Palestro per chi è diretto verso il centro, riappare la corsia ciclabile. Lo schema è lo stesso di Buenos Aires: una ciclabile e una fila dedicata alla sosta per ogni senso di marcia, con una sola carreggiata a disposizione delle auto. Il tratto più congestionato è quello tra via Boschetti e piazza San Babila, quattrocento metri di asfalto che ieri mattina hanno richiesto 9 minuti di percorrenza. Sala e i suoi non hanno risparmiato pene agli automobilisti nemmeno via dal centro. In viale Monterosa, l’allargamento dei marciapiedi (sì, con annessa pista ciclabile) e la posa di spartitraffico per la messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali (perché, invece, non impiegare dei dossi rallentatori?), hanno trasformato il tratto da piazza Amendola a piazza Buonarroti a una corsia per direzione. Risultato: coda ininterrotta verso il centro la mattina e verso Lotto la sera. Via Alserio, all’Isola, ha ricevuto lo stesso trattamento di Fatebenefratelli: pista ciclabile e corsia per la sosta. Ieri alle 18, ci sono voluti 8 minuti per spostarsi da piazzale Segrino a via Farini, incolonnati in un serpentone ininterrotto di automobili. In via Sant’Elia, zona Qt8, invece, la corsia ciclabile non c’è, ma la strada che dalla recinzione dell’Ippodromo porta verso le autostrade incrocia una ciclabile. La messa in sicurezza dell’attraversamento ciclisti ha comportato la costruzione di tre spartitraffico che strozzano la via a una corsia per direzione. Morale: percorrere i duecento metri fino all’incrocio con via Terzaghi prima richiedeva un paio di minuti, anche col traffico dell’ora di punta, mentre ieri sera ce ne sono voluti più di 4. E quando il pubblico tornerà allo stadio per le partite e passerà di lì per prendere l’autostrada, sarà meglio non guardarlo nemmeno, l’orologio”.
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Questi incompetenti dovrebbero vivere la strada anche un solo giorno seduti su un taxi, così forse capirebbero quanti disagi hanno creato ai cittadini e quanto inquinamento in più fanno produrre alle auto perennemente incolonnate!
https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/21_maggio_30/sindaco-sala-convertito-bici-mi-alleno-all-alba-punto-100-km-04d8ebb2-c130-11eb-9815-2e1f995dd6a2.shtml
La città a suo piacemento. ‘sto pezzo di