Una piccola edicola aperta in via Pacini, ma un grande orizzonte di cultura e di libertà. Un luogo che alimenta la conoscenza, il confronto, l’analisi. E la socialità come punto di riferimento, di rapporti, di dialogo.
Scrive un lettore al Corriere nella prima giornata in zona rossa “Tutto diverso dalla precedente: nella mia zona ho trovato tanta gente in strada nonostante il freddo. Ma una cosa mi ha fatto piacere più di altre, vedere una piccola coda davanti all’edicola di via Pacini. Genitori e bambini con mascherina in attesa per giornali o figurine. Considero l’edicola e chi è rimasto aperto in questi mesi un segno di resistenza e di speranza.”
Nell’isolamento e nella inevitabile frequente solitudine, molti hanno cercato fiducia nel futuro aggrappandosi al carattere e alla grinta dei milanesi o pregando i simboli della città o scavando in se stessi il coraggio per resistere: si, quell’edicola aperta, la continuità della sua presenza è speranza. Basta una testimonianza per continuare ad informarsi, ad esercitare il pensiero libero, nella certezza che non si riesca ad imbavagliare la stampa. In attesa di un abbraccio e di una ciacola spensierata.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano