La decisione è matura, ma nessuno aveva dubbi sul desiderio di Sala di ricandidarsi, di continuare ad indossare la prestigiosa carica di Sindaco. Nessuna autocritica, nessun sospetto sulla sua governance avulsa dal quotidiano dell’uomo comune. Eppure il divario tra il ricco e il povero, tra centro e periferia, tra chi stenta a vivere per la disoccupazione e chi bivacca per smerciare droga, sono problemi evidenziati, soprattutto sotto la sua amministrazione. Un po’ di cronaca per capire che l’uomo si nutre di sogni e che la realtà sta a guardare inerme. Da Agi “L’ipotesi di assumere un ruolo più “nazionale” è stata liquidata con una frase eloquente: “Uno non può immaginarsi leader se ha una piattaforma di idee diverse e un gruppo in grado di lavorare con lui per pensare di fare questo salto. Il potere per il potere a me non interessa. Non vado a buttarmi in una realtà in cui so di non poter dare”. In vista di una ricandidatura per Palazzo Marino, Sala ha aggiunto di volere “vicino a me persone nuove e giovani con una visione che si affianchino a persone esperte: non lo rendo esplicito ma ci sto lavorando per capire se ci sono giovani milanesi in grado”. Sala ha rivendicato la possibilità, da Milano, di “trovare formule per cui intorno a me, attraverso un’associazione politica o qualche altra forma di aggregazione, riesco a cercare idee per portare forza nuova e linfa alla politica. Questo lo farò comunque”. In ogni caso, anche da sindaco di Milano, Sala sta “intensificando i rapporti politici a livello italiano e internazionale”, ma sono alla ricerca di una pluralità. Non è detto che sia io il leader ma voglio essere parte di un sistema diverso” ha concluso.”Milano, quindi per scavare sempre più il solco tra chi va avanti e chi rimane indietro? Milano come èlite delle multinazionali che schiacciano il passo pesante di chi vuole semplicemente lavorare? Milano come trampolino di lancio verso orizzonti nazionali? La Milano vera, che aspetta attenzione e considerazione, è spaventata.
Olga Molinari