I bambini del Gulag hanno lo stesso disperato dolore negli occhi dei bambini di Terezin e le stesse speranze annientate, la stessa fame che divora, un destino segnato dai “grandi”, senza appello. Non conoscono il sorriso, si accartocciano in un tempo che aspetta, senza luce, vittime di un’attesa che scardina certezze, affetti, famiglie. I bambini del Gulag, i bambini di Terezin, di Auschwitz, non sanno più piangere, ma il loro grido diventa memoria, accusa della malvagità e dell’aberrazione dell’uomo. Per non dimenticare. Per non odiare, ma per ricordare la viscerale ingiustizia del potere, la tragica volontà di imporre sangue, morte, violenza. I bambini, i martiri dei campi di concentramento o caduti nel campo di lavoro denominato Gulag, hanno subito il disperato destino voluto da Hitler e da Stalin, per affermare ideologie punitive, razziste. Per non dimenticare oggi la presenza nei luoghi simbolo dell’aberrazione nazista, della Milano che vuol dare a Liliana Segre un segno d’affetto. E gli eredi del comunismo, quelli che professano democrazia e libertà a senso unico, quelli che dettano regole anche sulle intenzioni, rimpiangeranno il mito Stalin? Frierson e Vilensky scrissero “Bambini dei Gulag” un saggio in cui i dati pubblicati sono stati ottenuti grazie all’apertura degli archivi di stato dopo l’era Gorbačëv. I sette capitoli del libro affrontano “le drammatiche esperienze dei bambini durante le guerre sovietiche, la guerra di Stalin ai contadini, le carestie degli anni ’20, la “liquidazione” dei nemici di stato, la deportazione forzata, la Seconda Guerra Mondiale e il malcelato antisemitismo del regime sovietico…Moltissimi bambini morirono di fame, malattia e stenti, lasciati morire perché figli di persone considerate “nemici del popolo”. Le stime del 2002 di Aleksandr Yakovlev, Commissario del Cremlino per la riabilitazione delle vittime della repressione politica, indicano in 10 milioni il numero di bambini morti nel sistema di deportazione minorile. Molti bambini sopravvissero (fra cui EngelsinaMarkizova, la bimba della famosa foto in braccio a Stalin), ma persero memoria della propria identità, cancellata dal regime e nascosta per evitare guai legati al proprio cognome” (Matteo Rubboli-Fonti: Harvard Educational Review, RAI News, Enciclopedia Treccani)
A quando una manifestazione per dare un segno d’affetto ai Bambini del Gulag promossa dal PD?

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano