Milano 23 Maggio – Qualcuno deve essersi svegliato male dalle parti de Linkiesta. Oggi esce un articolo abbastanza peculiare che attacca così.
“Possiamo dirlo, da milanesi d’adozione, che la retorica che circonda Milano è diventata insopportabile? Che è insopportabile sentir magnificare ogni giorno la bellezza di una città che bella non è – non come Roma, Venezia, Firenze o anche solo Palermo e Napoli, solo perché ha sistemato una cloaca a cielo aperto qual era la Darsena e ne ha fatto l’ennesimo ritrovo per aperitivi? O sentir parlare di metropoli solo perché ha qualche grattacielo in più? O di un avamposto della modernità perché ha il car sharing e il bike sharing, il record degli appartamenti affittati attraverso AirBnb e degli spazi di coworking? O della capitale di qualunque cosa identifichi l’Italia nel mondo, dal design alla moda, dal cibo alla cultura, solo perché celebra ognuno di questi settori con una settimana di feste in cui si mangia e si beve gratis? O, per finire, della città dell’amore fraterno dopo la marcia dei centomila a favore dell’accoglienza a profughi e migranti?”
Ah, Milano non è bella? E se lo dice l’autore, chi siamo noi per dubitarne? Cioè, voglio dire, il senso estetico del Carneade di giornata non credo ammetta repliche. Ok, Milano è brutta. La Darsena è una cloaca a cielo aperto. Ora, io vengo da Padova. Venezia la conosco. Chiunque ci sia stato d’estate sa che se la Darsena è una cloaca i canali di Venezia sono la cloaca massima. Inoltre, chiunque sia stato di recente a Roma sa che non serve acqua stagnante, laddove si alternano PD e Cinque Stelle, per rendere una città una fogna sotto il cielo. Quanto alla fesseria sulla città dell’amore fraterno, credo che la cosa riguardi un problema prospettico dell’autore. No, Milano non è il parco giochi dei centri sociali, mi dispiace. Potresti fartene una ragione. Ma poi, d’improvviso, il genio:
“Disclaimer: bisognerebbe essere ciechi o in malafede per non accorgersi che Milano è effettivamente migliorata parecchio, nel giro degli ultimi dieci anni almeno.”
E boom. Ci siamo giocati il nostro Carneade. Io non so da quando questo Saviano dei poveri stia a Milano, ma sospetto non da moltissimo. Le ferite del 92, nella riga dopo, sono direttamente da TSO. In sostanza il problema mi pare abbastanza chiaro: siamo davanti ad uno che di Milano non sa assolutamente nulla. Ed allora vale il sempreverde meme: perché posti boiate, figliolo?
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,
Milano fa veramente cagare. È inutile difendere la più brutta e inquinata città del mondo. Si scelga un altra missione
Milano è cittadina nell’anima, non è né sarà mai una metropoli. Anche chi la incensa per la disperazione di viverci sa quanto sia cessa, quanto non sia vero che faccia cultura (ma dove?) e che debba organizzare anche “la settimana della mattonella per esterni” per darsi importanza. Ma se assomigli alla figlia di Fantozzi non c’è nulla da fare. Poi qualsiasi cosa si faccia a Milano c’è un problema: la luce! Fa veramente schifo, anche quando c’è il sole è una luce bruttissima, opaca, strana che assomiglia a quella dei campi di concentramento in Polonia nei film. Ha la luce di Schinderlist, anche in piena estate. Mette angoscia. Sai che mi frega dell’ultimo abitino in vetrina se poi quando esco c’è quella luce? Questo è un problema di tutte le città lombarde però. Sarà per via dell’inquinamento.