Milano 1 Maggio – “Buongiorno, il solito?”
“Sì, ma anche un gratta e vinci ed una scheda delle primarie del PD”
“Fanno dieci in tutto”
“Grazie, il cornetto alla crema neh”
La democrazia è democrazia, anche se a servirtela è un barista. Però il circo di queste primarie è stato qualcosa di surreale. Non nei risultati. Da dieci anni, in Italia, non si fa una singola elezione di questo tipo che non veda vincere il favorito. Che poi, in nove casi su dieci (Veltroni, Franceschini e Bersani per dire) poi perde le elezioni. Renzi è il primo a vincerle due volte di seguito, vedremo se seguirà le impronte di Prodi, che poi, di poco, vinse. O quelle di Bersani, che poi di poco pareggiò. In ogni caso stavolta più che nei gazebo si è votato ovunque. Soprattutto a Milano. In alcune zone non è una novità, in via Rizzoli da sempre si vota dal bar fornaio. Ma ormai si è aperta la moda. Si è votato nello studio d’arte e nello studio di architettura. Si è votato in un igloo sulla cima del monte. E si è votato in gelateria. Hanno votato forse due milioni di persone. Dico forse perché i dati li hanno diffusi gli stessi che hanno vantaggio ad aumentarli, ma credo che tutto sommato siano realistici. Così come credo che lo spoglio abbai restituito un’immagine scontata. La maggioranza vuole vincere le elezioni, e punta sull’unico che possa riuscirci. Gli altri non vogliono vendere l’anima per farlo, ed hanno scelto la fuga onirica. In ogni caso, aveva ancora e sempre ragione Montanelli. Il fondare de Il Giornale teneva in ufficio, si narra, un busto di Stalin. Come aveva fatto fuori i comunisti lui, non li ha mai fatti fuori nessuno. Se vivesse oggi avrebbe un busto di Renzi. In bronzo. Così la faccia sarebbe del tutto aderente alla realtà. Perché la prima frase, festeggiando l’ovvio, è stata che non si alleerà con dei partiti, ma con il popolo. Leggasi: ciao ciao D’Alema, corri pure da solo, che il baratro sai da te dove si trova. Ciao ciao Vendola, se vuoi seguirlo accomodati. E soprattutto ciao ciao Alfano e Verdini, i vostri trenta denari li avete avuti ora accettate questa misura di corda, che anche voi sapete che fare.
L’alleanza col popolo è l’ultimo passo di un percorso spietato, in cui la strada è stata pavimentata dai cadaveri degli amici. Non dei nemici. No. Dei Bersani, dei Letta. Diciamo che Matteo è bravissimo a battere gli alleati, ma ha dei seri problemi a sconfiggere i nemici. Non è un uomo da dialogo, è un uomo da monologo. Non è un uomo da Facebook, ma un uomo da Twitter. Queste primarie erano fatte a misura del suo ego. Eppure in milioni hanno votato. Perchè, a prescindere da tutto, ogni volta che qualcuno ha la libertà di scegliere, si fa trascinare. Speriamo che anche a destra qualcuno lo capisca…
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,